Ora Travaglio scarica Di Maio: “Pagliacciata mai vista in Italia”
“Una pagliacciata mai vista neppure in Italia”. Lo definisce così, Marco Travaglio, il dialogo (ripreso) tra Matto Salvini e Luigi Di Maio.
Nell’editoriale di oggi, intitolato Le larghe fraintese, il direttore del Fatto Quotidiano attacca duramente “l’astensione benevola” di Silvio Berlusconi che ha aperto la strada al governo gialloverde. Non digerisce il fatto che il capo politico del Movimento 5 Stelle, partito per cui ha sempre simpatizzato, stia trattando con il leader del Carroccio senza che quest’ultimo abbia troncato ogni relazione con il Cavaliere. “Il governo 5Stelle-Lega, salvo chiarimenti dell’ ultima ora, rischia di essere ancor più oscuro – scrive – perché poggia le fondamenta su un equivoco grosso come una casa: il ruolo di Berlusconi, delinquente naturale, pregiudicato ineleggibile e interdetto”.
Nello scaricare Di Maio, a Travaglio rimane comunque l’ossessione per Berlusconi. Non semplici critiche, ma i soliti attacchi al vetriolo che sconfinano sempre nell’insulto. Nell’editoriale di oggi paragona l’accordo tra Di Maio e Salvini, con Forza Italia all’opposizione, a “quei bei matrimoni dove il marito autorizza la moglie a mettergli le corna, e magari si diverte pure a guardare da dietro la porta. E questa sarebbe solo la parte visibile dell’accordo“. “Poi – continua il direttore del Fatto Quotidiano – come sempre quando c’è di mezzo B. (Berlusconi, ndr), c’è quella invisibile. Che è ancora peggio: oscena, nel vero senso della parola (fuori scena)”.
Per Travaglio, insomma, Di Maio ha sbagliato a mettersi al tavolo con Salvini per formare un governo senza che fosse chiaro “il ruolo di Berlusconi”. In realtà, permettendo all’esecutivo di partire senza spaccare la coalizione, il Cavaliere ha dimostrato forte resposabilità. “Voteremo solo ciò che ci piace”, ha messo in chiaro ieri. Ma questo al direttore del Fatto non va proprio bene: “Perché oggi B. autorizza Salvini a fare ciò che per oltre due mesi gli ha furiosamente proibito? Delle due l’una. O solo perché ha paura del voto. O anche perché ha ottenuto quelle ‘garanzie’ che ha sempre preteso dai governi non suoi per non scatenare la guerra termonucleare: favori a Mediaset e nessuna norma contro le quattro ragioni sociali della sua banda (corruzione, evasione fiscale, mafia e conflitto d’interessi). E chi può avergliele date? Ovviamente Salvini che, con Di Maio, tratta per conto di tutto il centrodestra”.
IL GIORNALE