Berlusconi si può di nuovo candidare, sì del giudice alla riabilitazione
Ieri pomeriggio il Tribunale di Sorveglianza di Milano, in camera di consiglio, ha concesso la “riabilitazione” a Silvio Berlusconi cancellando di fatto tutti gli effetti della condanna subita nell’agosto del 2013 per frode fiscale Mediaset. Lo conferma questa mattina il suo difensore, Niccolò Ghedini.
La clamorosa decisione, consente insomma a Berlusconi di tornare in campo a pieno diritto, candidandosi fin da subito se, per esempio, fallisse il nascente governo Lega-5Stelle e si andasse alle urne per luglio o settembre. I giudici del tribunale di sorveglianza, cui si erano rivolti gli avvocati Niccolò Ghedini e Franco Coppi l’8 marzo scorso, hanno deciso con un mese di anticipo rispetto al previsto procedendo evidentemente sulla base di un orientamento della Cassazione che prevede, anche in presenza di altre pendenze (in questo caso i processi per corruzione giudiziaria in seguito al processo Ruby da cui Berlusconi è stata o assolto) la possibilità, una volta adempiute “le obbligazioni civili derivanti dal reato”, di vedersi appunto cancellati gli effetti dello stesso con la “riabilitazione” che “estingue le pene accessorie e ogni altro tipo di effetto penale della condanna”.
Soprattutto se, prevede il codice, dopo l’espiazione – che nel caso di Berlusconi si traduceva in un 4 anni di reclusione di cui 3 condonati è uno svolto ai servizi sociali con l’impegno di assistenza agli anziani 4 ore alla settimana – il condannato ha dato “prove effettive e costanti di buona condotta” e di essersi reinserito nella comunità rispettandone nei limiti del possibile le regole.
Ora, sulla decisione di ieri, la Procura Generale di Milano, ha la possibilità di ricorrere in Cassazione.
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