Salone del libro, 20 mila persone all’apertura. Lagioia: “Il Salone è Torino”
di DIEGO LONGHIN
Il Salone del Libro di Torino parte bene. Le code ai controlli e alle biglietterie si sono tramutate in 20 mila persone nel primo giorno di apertura. E oggi si pensa al bis. Un dato in linea con quello dello scorso anno, anche se gli organizzatori preferiscono non commentare: i conti si fanno alla file e soprattutto bisogna aggiungere i dati delle vendite, che si sapranno domenica sera.
La soddisfazione, che si consuma in scontrini battuti, degli editori, compresi i grandi gruppi, in testa Mondadori-Einaudi, che sono tornati al Lingotto, è fondamentale. Per la seconda volta il miracolo si è consumato: nonostante la liquidazione della Fondazione per il Libro, i dipendenti da due mesi senza stipendio – oggi dovrebbero arrivare gli assegni – i fornitori che aspettano ancora di essere pagati, Librolandia ha aperto i battenti.
La costruzione e realizzazione dell’edizione numero 31 è stata ancora più complicata della trentesima. Sta andando bene, però le incognite sul futuro pesano. Tanto che l’amministratore delegato di Mondadori, Enrico Selva Coddè, dice: “Vedremo se ci sarà anche l’anno prossimo”. Intendendo che la manifestazione milanese Tempo di Libri c’è, sul resto non di può dire. Parole che stonano un po’ nel primo giorno di Salone. Il direttore Nicola Lagioia risponde che “la 31esima edizione è una delle edizione più ricche e più belle di sempre. Il Salone è Torino”.l presidente della cabina di regia, Massimo Bray, pur non avendo più un ruolo formale, spende una parola per le centinaia di fornitori che aspettano di essere pagati. A fine Salone ci sarà un momento di confronto con loro. Non solo. Verrà chiarito cosa hanno in mente il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, e la sindaca di Torino, Chiara Appendino, per mettere in sicurezza l’evento. L’idea è quella di fare un bando e “privatizzare” l’organizzazione commerciale e logistica dell’evento, tenendo in capo al pubblico la parte editoriale.
Non si vorrebbero creare nuove scatole sulla falsa riga della Fondazione per il Libro messa in liquidazione, ma sfruttare qualche cosa che già esiste, come il Circolo dei Lettori di Torino, che quest’anno è stato il braccio operativo riuscendo a superare tutti gli ostacoli, oppure la Fondazione per la Cultura, che ha messo a punto il Salone Off, più di 400 eventi in giro per la città. Un numero importante, come gli altri numeri di Librolandia. 13 mila metri quadri di spazi venduti, compresi quelli della tensostruttura esterna, il padiglione 4 ribattezzato quello dell’apartheid, dove i piccoli editori che non sono stati piazzati dentro il Lingotto si sentono emarginati. Più di 30 mila i ragazzi delle scuole prenotati e 300 gli operatori che partecipano fino a domani all’International Book Fair negli spazi del padiglione Oval.
Nei cinque giorni della bookfair torinese sono attesi scrittori, editori, scienziati, premi Nobel, Pulitzer e Oscar. Il tema “Un giorno tutto questo” è un invito a ragionare tutto insieme sul futuro che ci aspetta. E il futuro è al centro dell’area Repubblica Robinson, una delle novità della trentunesima edizione del Salone dopo le esperienze di Milano e Roma: un festival dentro al festival. Oltre cento incontri fino a lunedì e lo scambio con i ragazzi attraverso Repubblica@Scuola. Un carosello di appuntamenti quotidiani sull’Isola Robinson nel padiglione 3 del Lingotto: la bussola è orientata verso il cambiamento, partendo dall’analisi della grandi questioni dell’oggi. A tracciare la strada, ad indicare la via della discussione ai “Robinsoniani”, è il direttore del Salone Nicola Lagioia tutti i giorni alle 13.45 con le sue “pillole”.
REP.IT