Salvi tutti i lavoratori dell’Embraco “con gli stessi diritti e le stesse retribuzioni”

NICOLA LILLO
ROMA

Manca solo la firma, attesa per venerdì a Torino, per chiudere definitivamente la vicenda Embraco e salvare tutti i posti di lavoro dello stabilimento di Riva di Chieri, nel torinese. Un passaggio essenzialmente formale, dopo che questa mattina sono stati presentati ai sindacati i progetti delle due aziende che investiranno nello stabilimento, “riprendendo tutti i lavoratori con gli stessi diritti e le stesse retribuzioni, senza nessun supporto di denaro pubblico”, come spiega soddisfatto il ministro Carlo Calenda al termine dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico.

 Per la fine della settimana è quindi attesa la firma: dei 497 dipendenti circa 70 hanno lasciato l’azienda con gli incentivi offerti dalla società del gruppo Whirpool, 350 saranno assunti da un gruppo israeliano-cinese, che vorrebbe produrre robot per la pulizia dei pannelli fotovoltaici e filtri per l’acqua, mentre altri 40 andrebbero alla torinese Astelav, che si occupa di rigenerazione di frigoriferi usati. Le parti “si vedranno venerdì prossimo all’Unione industriali di Torino per capire il dettaglio del passaggio: è un’operazione buona ed andata a buon fine”, aggiunge il ministro.<

 

La strada per la reindustrializzazione dello stabilimento Riva di Chieri con il salvataggio dei 497 posti di lavoro soddisfa i sindacati. “Stamattina abbiamo finalmente conosciuto le due aziende che si insedieranno, ci sono stati presentati i progetti che sembrano interessanti ma bisognerà poi valutare nella concretezza dei quello che succederà”, spiega Ugo Bolognesi della Fiom di Torino. “È una giornata importante per tutti i lavoratori che stavano perdendo il posto di lavoro – aggiunge Arcangelo Montemarano, della Fim Cisl – Sono due società che hanno progetti ambiziosi e seri”. I tempi, rileva Dario Basso della Uilm di Torino, “sono abbastanza contingentati nel senso che l’azienda israeliana ha la necessità di iniziare a produrre molto presto e di assumere circa 370 persone e a regime l’interezza dei lavoratori che rimarrebbero in esubero. Anche Astelav, che ha anche la necessità di produrre subito, prevede di assumere prima 30 e poi 10 lavoratori”.

LA STAMPA

 

 

 

 

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