Borse in altalena, a Milano (+0,31%) corre Pirelli
–di E. Micheli e S. Arcudi
Le Borse europee hanno chiuso con segno quasi totalmente positivo (in calo Madrid, -0,47%) una seduta fortemente volatile, che ha visto gli indici del Vecchio Continente oscillare in continuazione tra cali e guadagni, indecisi sulla direzione da prendere, nonostante le parole incoraggianti del Fondo monetario sulla crescita. Milano (+0,31%) si è scrollata di dosso i timori sul Governo ancora da formare ed è stata la migliore, complice anche l’assestamento dello spread tra BTp e Bund in area 130 punti. A sostenerla è stato il guizzo di Pirelli(+4,34%), premiata dopo i conti del primo trimestre e una serie di commenti positivi da parte degli analisti, e di Saipem (+2,44%). Per quanto riguarda le altre piazze, Parigi ha finito in rialzo dello 0,23%, Francoforte attorno alla parità a -0,06% e Londra in rialzo dello 0,16% circa. Non ha aiutato il calo di Wall Street, penalizzata dal fatto che il rendimento dei titoli di stato decennali è tornato sopra il 3% .
Bene le banche, giù Unipolsai e titoli del comparto editoriale
A fare da traino al Ftse Mib sono state le banche, incoraggiate dal fatto che il Fondo monetario internazionale ha parlato di “miglioramenti incoraggianti” sulla riduzione degli Npl e che anche l’Abi ha sottolineato che le sofferenze nette sono calate in marzo a 53,9 miliardi, segnando un -30% su base annua e un -39% dal picco di novembre 2015. Ubi Banca ha dunque guadagnato l’1,71%, Intesa Sanpaolo lo 0,89% e Unicreditlo 0,28%. Fuori dal listino principale bene anche Bper (+1,14%), mentre ha ceduto terreno Banca Mps (-1,52%), colpita dalla prese di beneficio dopo la volata delle ultime sedute, innescata dalla trimestrale migliore delle aspettative. In coda al Ftse Mib sono finite Unipolsai(-1,92%%), debole insieme al comparto dopo che l’Ivass, l’authority Ue, ha aperto alla possibilità di stress test anche per le assicurazioni, e Banca Mediolanum (-1,68%), che da oggi ha preso il posto di Yoox-net-a-Porter, dopo che Richemont ha completato l’Opa sul gruppo online. In generale male i titoli del settore editoriale, dopo le trimestrali di gruppi come Cairo Communication (-4,07% le azioni nonostante i conti positivi) e Mondadori (-3,41%), che ha visto calare i ricavi del 6,7% e peggiorare le perdite a 13,6 milioni. Debole anche Atlantia (+0,14%), sebbene sia terminata con successo l’operazione di Abertis che la società ha promosso insieme a Hotchief, società controllata dalla spagnola Acs.
St debole nonostante le nuove stime di crescita
Si è sgonfiata nel corso della seduta Stmicroelectronics, che ha chiuso in rialzo dello 0,2% (nelle prime battute era arrivata a guadagnare quasi il 2% dopo le indicazioni di crescita positive arrivate durante l’investor day. «Il secondo trimestre di StMicroelectronics sarà il settimo consecutivo in cui il gruppo riporterà un aumento dei ricavi a doppia cifra con un incremento atteso del 17,8%», ha indicato il Cfo,Carlo Ferro, parlando al capital market day del gruppo a Londra. Nel primo trimestre, il gruppo ha riportato ricavi netti per 2,23 miliardi di euro, in crescita del 22,2% rispetto a un anno fa mentre un utile più che raddoppiato a 239 milioni di euro, sa 108 milioni di euro. Debole anche Atlantia (+0,14%), sebbene sia terminata con successo l’operazione di Abertis che la società ha promosso insieme a Hotchief, società controllata dalla spagnola Acs.
Debutto sotto tono sul Ftse Mib per Mediolanum
Ritorno in rosso sul Ftse Mib per Banca Mediolanumche, a partire da oggi torna a far parte dell’indice principale al posto di Ynap, dopo che il gruppo online è stato oggetto dell’opa lanciata dalla svizzera Richemont. Le azioni sono deboli dallo scorso 10 maggio, dopo la pubblicazione dei conti del primo trimestre 2018, chiusi con un utile netto consolidato di 59,5 milioni, in ribasso del 30% rispetto allo stesso periodo del 2017. L’istituto, come altre società di gestione, ha risentito delle condizioni sfavorevoli dei mercati, che hanno impattato negativamente sulle commissioni di performance. Il numero uno del gruppo, Massimo Doris, ha però rassicurato che già nel mese di aprile i numeri del gruppo sono migliorati, beneficiando dei rimbalzi dei principali indici mondiali. «Ad aprile abbiamo incassato circa 35 milioni di commissioni», ha indicato l’amministratore delegato del gruppo, Massimo Doris, che inoltre ha preannunciato che la raccolta netta 2018 in Fondi e Gestioni di Banca Mediolanum dovrebbe attestarsi attorno a 3,5-4 miliardi di euro, livello tuttavia in calo rispetto al livello record del 2017, pari a 5,8 miliardi.
Bene i titoli del risparmio gestito
Quanto agli altri titoli del risparmio gestito, dopo il netto calo della vigilia, oggi recuperano le Azimut e sono ben impostate le Banca Generali. Anima Holding, per contro, perde quota , dopo la buona performance della vigilia, incoraggiata dalla trimestrale superiore alle attese. La società ha chiuso i primi tre mesi dell’anno con un utile netto consolidato di 45 milioni di euro, in rialzo del 74% rispetto allo stesso periodo del 2017. Si tratta della prima trimestrale che ingloba Aletti Gestielle, acquistata a fine 2017. Alla luce dei conti, ad ogni modo, diverse società di intermediazione hanno emesso giudizi positivi. Ad esempio Mediobanca Securities ha confermato il giudizio di «outperform» e un prezzo obiettivo a 7 euro, apprezzando la capacità della società di tenere i costi sotto controllo. Gli esperti di Piazzetta Cuccia hanno sottolineato che le proprie stime potrebbero rivelarsi «conservative» nel caso in cui siano rispettato i target indicati dai vertici del gruppo per gli anni venturi e comunicati insieme all’annuncio del piano di incentivazione che dovrà essere approvato dall’assemblea dei soci. Nel piano i vertici si propongono di raggiungere, per ottenere le stock options, un utile per azione accumulato nel periodo 2018-2020 di 1,543-1,602, nel periodo 2019-2021 di 1,615-1,7 e infine nel periodo 2020-2022 di 1,667-1,765. Anche Banca Akros ha emesso una raccomandazione di «Accumulate», mentre Equita ha confermato l’«Hold», sebbene abbia indicato un target di prezzo più elevato delle attuali quotazioni e pari a 7 euro. «Nonostante l’upside – hanno spiegato gli analisti – manteniamo il giudizio hold in attesa di maggiore visibilità sullo scenario di mercato».
In Europa giù Vodafone, crolla Iliad, bene le banche
Nel Vecchio Continente a catalizzare l’attenzione sono stati in particolare due titoli del comparto telefonico: Vodafone (-4,26% a Londra) ha risentito dell’addio a sorpresa dell’amministratore delegato Vittorio Colao, che lascia dopo dieci anni alla guida del colosso britannico e passa la palla all’attuale Cfo Nick Read, mentre a Parigi Iliad (-19,52%) è crollata sulla scia dei conti del primo trimestre, considerati dagli analisti non soddisfacenti e sotto le previsioni del consensus. Il buon andamento delle banche italiane è stato replicato anche da alcuni controparti europee, sostenute per altro da trimestrali positive: Credit Agricole e Bnp Paribas hanno guadagnato rispettivamente l’1,16% e lo 0,49% a Parigi, mentre Commerzbank ha guadagnato il 3,87% a Francoforte. In controtendenza Deutsche Bank (-1,66%). Ad Amsterdam performance brillante per Royal Dutch Shell (+1,32%), incoraggiata dal buon andamento del comparto energetico, e per Aegon (+2%). A Londra performance negativa per il gruppo minerario Anglo American (-2,08%), che ha deciso di scorporare la divisione venture capital in modo da raccogliere fondi da investire nelle tecnologie delle celle a idrogeno.
Pil europeo in rialzo a inizio 2018, ma a passo meno spedito
Economia della zona euro in rialzo nel primo scorcio dell’anno, ma a passo meno spedito rispetto a fine 2017. Secondo la stima flash diffusa oggi da Eurostat il pil europeo nel primo trimestre del 2018 è migliorato dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti e del 2,5% rispetto a un anno prima. Nel quarto trimestre del 2017, il Pil era salito però dello 0,7% rispetto ai tre mesi prima e del 2,8% su base annua.
Del resto nei primi tre mesi del 2018 ha rallentato il passo anche l’economia tedesca, come rivelato oggi dall’ufficio di statistica. Nel primo trimestre del 2018 il Pil della Germania è aumentato dello 0,3% su base trimestrale e del 2,3% su base annua. Nel trimestre precedente, però, il progresso era stato dello 0,6% trimestre su trimestre e del +2,9% anno su anno. Comunque è la quindicesima volta consecutiva che il prodotto interno lordo tedesco cresce. Si tratta della performance migliore dal 1991.
Sempre oggi Eurostat ha inoltre certificato che lo scorso marzo è migliorata anche la produzione industriale, dopo la battuta d’arresto di febbraio. Nel dettaglio è salita dello 0,5% rispetto al mese precedente e del 3% su base annua. A febbraio, invece, era scesa dello 0,9% su base mensile.
In Usa salgono le vendite al dettaglio
Notizie positive dal fronte macroeconomico americano. L’indice manifatturiero Empire State, che misura l’andamento del comparto dell’area di New York, è cresciuto in maggio a 20,1 punti, battendo le stime. Soprattutto, si sono attestate in aumento le vendite al dettaglio, che in aprile sono cresciute dello 0,3%, in linea con le stime.
Euro sotto 1,19 dollari, petrolio poco mosso
Sul fronte valutario l’euro è tornato a cedere terreno e, dopo avere riguadagnato alla vigilia la soglia degli 1,19 dollari, si è attestato a 1,1865 dollari, contro gli 1,1924 dell’apertura e gli 1,1967 della chiusura precedente. La moneta unica è scambiata a 130,823 yen, contro i 131 dell’apertura e i 131,18 della chiusura precedente, mentre il cambio dollaro/yen è a 110,321. Poco mossi i prezzi del petrolio, dopo essere arrivati a guadagnare più dell’1%: i future del Wti a luglio scendono dello 0,2% a 70,85 dollari al barile, mentre quelli a luglio del brent salgono dello 0,7% a 78,77 dollari.
Spread con Bund chiude a 131 punti, rendimento sale all’1,95%
Chiusura in leggero rialzo per lo spread tra BTp e Bund, al termine di una nuova giornata interlocutoria nel processo di formazione del nuovo Governo. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005323032) e il pari scadenza tedesco segna in chiusura 131 punti base, stesso valore registrato in apertura, in aumento di due punti base rispetto alla vigilia. Sale anche il rendimento del BTp decennale di riferimento, che si attesta all’1,95% dall’1,91% di ieri sera.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)