Salvini: “Un leghista al Viminale per rimpatri ed espulsioni. Al Colle prima di lunedì”. Di Maio: “Io e Matteo pronti a stare fuori”

ROMA – La trattativa sul contratto di programma M5s-Lega affronta il rush finale e i due leader ostentano ottimismo. Matteo Salvini assicura che lui e Di Maio potrebbero salire al Colle anche “prima di lunedì”. E va all’attacco in diretta Facebook: “Provano a fermarci coi soliti ricatti dello spread che sale, delle Borse che scendono e delle minacce europee. Stavolta si cambia, più lavoro e meno clandestini, più sicurezza e meno tasse”. E sottolinea: “Un leghista al Viminale sarebbe una garanzia per rimpatri ed espulsioni”. Assicura che è stato trovato un punto di incontro su “come smontare la legge Fornero”. E conclude: “Salvini premier? Sarebbe l’onore più grande del mondo. Ma se avessi la certezza, anche non da premier, di fare molte cose utili per voi, mi metto in gioco e se serve faccio un passo di lato”.

Salvini: "Un leghista al Viminale per rimpatri ed espulsioni. Al Colle prima di lunedì". Di Maio: "Io e Matteo pronti a stare fuori"

Matteo Salvini durante la diretta Facebook

Messaggio simile dal capo politico del M5s. Luigi Di Maio si sofferma con un capannello di giornalisti alla Camera: “Stiamo cercando una soluzione politica per la premiership, nei tecnici non ci credo. Se serve a far partire il governo, io e Salvini siamo pronti anche a starne fuori”. E in merito al rapporto con l’Europa chiarisce: “Massimo dialogo ma l’Italia non può essere più subalterna alle dinamiche di qualche eurocrate. Più ci attaccano e più mi fanno capire che siamo sulla strada giusta”. Poi, a proposito del contratto, rivendica: “Noi abbiamo portato a casa dei risultati incredibili, l’acqua pubblica, il reddito di cittadinanza, la riduzione dei costi della politica, la riduzione del numero dei parlamentari”.

Governo, Di Maio: “Entro oggi si chiude”. Toninelli: “Staffetta premier? Decide Mattarella”

L’obiettivo degli sherpa del tavolo tecnico è dunque quello di chiudere entro oggi. “Siamo alle ultime limature del contratto per far sì che passi il vaglio dei due leader”, assicura Rocco Casalino, capo della comunicazione M5S. Quanto al voto sulla piattaforma Rousseau, dice che “i tempi delle votazioni vanno ancora decisi”. Salvini e Di Maio, conferma il senatore pentastellato Danilo Toninelli, avranno l’ultima parola su “quattro o cinque punti. Una volta sciolti questi nodi si fanno i nomi e si parte”.

Secondo quanto riferiscono fonti qualificate, nella giornata ci sarà un nuovo incontro fra i due leader. Che dovranno superare l’ostacolo finale: la scelta del premier. L’ipotesi di una staffetta a Palazzo Chigi fra M5s e Lega (non necessariamente con l’avvicendamento dei due leader) non è del tutto tramonata, mentre prende quota l’idea di affidare la presidenza del Consiglio a un esponente pentastellato che non sia Di Maio. Il nome che circola più insistentemente è quello del deputato cinquestelle Alfonso Bonafede.

Ma è entrato in ‘partita’ anche Emilio Carelli, che risulterebbe gradito anche alla Lega. Carelli, neoeletto con il Movimento, è giornalista ed ha un passato a Mediaset e SkyTg24.

JUNCKER: UE SENZA ITALIA NON SAREBBE COMPLETA
Dopo le tensioni di ieri tra Bruxelles e la possibile coalizione gialloverde, oggi a prendere posizione è il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker: “L’Italia è della massima importanza per l’Ue. L’Unione europea non sarebbe completa senza la nazione e il popolo italiano”, dice. “Ma non commenterò in anticipo quale potrebbe essere il risultato dei negoziati in corso tra i supposti partner di coalizione in Italia. Vedremo quali saranno i risultati e allora commenteremo”. Molte le critiche, invece, dal fronte italiano alla bozza del contratto circolata ieri. E non solo da parte del Pd. Anche Forza Italia, per bocca del portavoce dei parlamentari azzurri Giorgio Mulè, dice: “Anche se è stata smentita dai contraenti, questa bozza di contratto fa male al Paese”. L’ex capogruppo, Renato Brunetta, si dice “molto preoccupato per i risparmi degli italiani”. Un tecnico come il professor Cottarelli, ex commissario alla spending review, intervistato a Circo Massimo su Radio Capital boccia la proposta definendola “irrealistica e inappropriata”.

REP.IT

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