“Chiuso il contratto”. Taglio alle pensioni sopra i 5mila euro
Roma – Pensioni d’oro da tagliare per «equità sociale». Nel contratto M5s Lega approvato ieri in via quasi definitiva (manca il timbro di Luigi di Maio e Matteo Salvini, che devono anche sciogliere gli ultimi nodi) c’è un tema molto poco leghista. Cioè un «intervento finalizzato al taglio delle cosiddette pensioni d’oro (superiori ai 5.000,00 euro netti mensili) non giustificate dai contributi versati».
Misura seminascosta nel capitolo sui costi della politica e che porterà pochi soldi, visto che le pensioni che superano i 5.000 euro sono meno dell’1%. Sono quasi tutte concentrate al Nord. Altra sorpresa, accanto all’abolizione della Fornero, c’è il ritorno di Opzione donna, «che permette alle lavoratrici con 57-58 anni e 35 di contributi di andare in quiescenza subito».
La versione semidefinitiva, anticipata ieri dall’agenzia Adnkronos (che il M5s ha spiegato essere quella di martedì sera) differisce dalle bozze circolate nei giorni scorsi per alcuni particolari. Tutti rilevanti. Ad esempio lo stop all’alta velocità Torino Lione per «ridiscuterne integralmente il progetto». Anche se il tema è tra quelli che sono ancora soggetti a modifiche.
Quanto il messaggio dei mercati sia stato preso sul serio è dimostrato dalle tante rassicurazioni. Scomparso il referendum sull’Euro, è comparso un capitolo sul debito pubblico, dove si ripropone un classico qual è lo scorporo della spesa per investimenti. Niente «sconto» dalla Bce e coperture garantite da «tagli agli sprechi». Rassicurazioni anche sul fronte delle alleanze internazionali, argomento molto sentito al Quirinale, anche se nella bozza entrata alle riunioni di ieri si chiede la fine alle sanzioni contro la Russia di Vladimir Putin.
Nel testo emergono concessioni alla Lega, come la chiusura dei campi Rom irregolari, un giro di vite sulle missioni sul Mediterraneo per recuperare le barche dei disperati. Un richiamo specifico alla legittima difesa dei cittadini la cui proprietà sia violata da malviventi. Poi una formulazione più precisa della flat tax. Le bozze avevano cancellato il riferimento alle aliquote, poi sono rispuntate nella versione leghista: 15% e 20%. Ma senza soglie di reddito. Poi la aliquota sulle imprese al 15%.
Sono presenti temi molto grillini, come l’acqua pubblica, oltre la Tav, a green economy, il comitato di conciliazione, una sorta di organismo politico che controlla il governo e il «codice etico» per i membri del governo. Ieri sera restavano ancora dei punti da definire. Passati ieri notte al vaglio di Di Maio e Salvini, già impegnati nella trattativa sul premier.
IL GIORNALE