Sergio Mattarella, i due diktat a Luigi Di Maio e Matteo Salvini. E in caso di fumata nera, domani il leghista…
Dal Quirinale, continuano arrivare voci su un Sergio Mattarella infuriato per le modalità con le quali Luigi Di Maio e Matteo Salvini stanno gestendo la trattativa per cercare di formare un governo. Due, in particolari, le ragioni della rabbia: il fatto di star lavorando a una bozza di programma senza aver indicato il premier, il quale dunque non partecipa alla stesura (fatto assai irrituale); la seconda ragione il fatto che, se i due leader vogliono un governo politico, devono indicare un premier politico (eppure si fanno i nomi di parecchi tecnici, oltre a quello dello stesso Di Maio).
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Inoltre, il Colle non ha gradito l’idea del cosiddetto Comitato di conciliazione, il nuovo organo di raccordo: secondo Mattarella, come riporta Dagospia, altro non sarebbe che la riesumazione dei caminetti e delle cabine di regia tanto care alla Dc. Organismi in grado soltanto di generare caos e confusione.
In questo contesto, sempre secondo Dago, Mattarella ha posto un ultimatum ben preciso: entro domenica, Salvini e Di Maio devono partorire un governo “presentabile”, ovvero una lista di ministri accettabile per il Colle. Altrimenti, ha fatto sapere, si muoverà per il governo del presidente. L’epilogo, comunque, potrebbe arrivare ben prima. Stando ai rumors, l’incontro di oggi, giovedì 17 maggio, tra i leader di Lega e M5s, potrebbe essere quello decisivo: in caso di fumata nera, già domani, venerdì, Salvini potrebbe annunciare lo stop alle trattative e la rinuncia a costituire questo governo. La rottura, nel caso, verrebbe presentata come rottura sul programma e non sui nomi. E a quel punto tornerebbe centrale l’ipotesi del governo del presidente.
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