Contratto di governo, il sì del blog 5 stelle: 94%. Di Maio: durerà 5 anni
Un plebiscito o quasi. Oltre il 94% del popolo Cinque Stelle ha votato sì alla ratifica del contratto di governo con la Lega. Uno step da superare necessario (anche se abbastanza scontato) per procedere nelle tappe verso l’accordo. Alla votazione — aperta per dieci ore — hanno partecipato oltre 44mila attivisti, superando così lo scoglio rappresentato dall’elezione di Luigi Di maio come capo politico. A settembre i clic furono 37mila (il leader ottenne 31mila preferenze). Il dato resta comunque distante dalla votazione-record — quella per le modifiche al Non Statuto (aperta su più giorni) — che toccò quota 87mila votanti.
La polemica sui media
Il contratto, intanto, continua a far discutere. Nel testo definitivo salta l’impegno a proporre che i titoli di stato di tutti i Paesi dell’area euro acquistati dalla Bce attraverso il Quantitative easing (Qe) siano esclusi pro quota dal calcolo del rapporto Debito/Pil. Ma è soprattutto la polemica sui media e all’interno del mondo pentastellato a tenere banco. Il Wall Street Journal parla di partiti «in rotta di collisione con l’Europa». Critico anche il Financial Times che stronca i minibot. Sul contratto si registra anche la contrarietà di qualche parlamentare dell’ala ortodossa. E Non solo. Ieri si è sfilato Pasquale Tridico, indicato dai Cinque Stelle nei mesi scorsi come ministro per il Welfare: «Sono uscito per motivi ideologici vista questa strana alleanza con la Lega e ora per motivi programmatici. Sul lavoro non c’è nulla».
Confindustria scettica
Ma la giornata è stata caratterizzata anche da un ulteriore avvicinamento tra le due parti, in vista di lunedì quando Lega e Cinque Stelle riferiranno al Colle. «Sul premier avrete notizie a breve», dice Di Maio. E aggiunge parlando di Matteo Salvini: «Se non ci vediamo ci sentiamo, ormai tra di noi c’è un rapporto molto smart».. «Dall’altra parte, da quelli che saranno i contraenti di questo contratto, la Lega — ha commentato Di Maio — ho trovato fino ad ora lealtà e correttezza e non mi hanno mai chiesto nulla di personale o legato alla coalizione». Il leader pentastellato poi risponde anche alle polemiche sul contratto: «Qualcuno fa il conto della serva sul nostro programma e chiede dove sono le entrate. Sono nei margini in Ue che dobbiamo andarci a riprendere per poter spendere soldi». Nonostante le rassicurazioni di Di Maio, però, anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, si mostra scettico nei confronti del testo: «Mi sembra un po’ debole sulla questione industriale, da una prima lettura. Lo approfondiremo nei prossimi giorni. E c’è anche un problema di risorse» ovvero del «dove si prendono le risorse per fare le cose che stanno indicando».
«Governo di necessità»
Sul fronte Lega la riunione del consiglio federale riunito ieri a Milano che ha dato «mandato pieno e unanime» a Matteo Salvini a «affinché si parta col governo del cambiamento» M5s-Lega. I legisti spingono per la figura di un premier terzo, mentre c’è chi tra i Cinque Stelle si augura una soluzione «interna al Movimento». I nodi, però, sono quasi sciolti e non è escluso che nelle prossime ore Salvini e Di Maio giungano al dunque. Intanto nei confronti del Carroccio e del nuovo esecutivo arriva la stoccata di Giovanni Toti: «La Lega dovrebbe chiarire che il governo con i Cinque stelle è un percorso di necessità, se non si fa un governo tecnico, né uno del presidente, non si può andare a votare a luglio, grottesco anche solo immaginarlo e a settembre c’è da fare una manovra abbastanza impegnativa, bisogna fare un governo e questo è un Governo di necessità».
This entry was posted on sabato, Maggio 19th, 2018 at 08:14 and is filed under Politica. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.