Corsa a Palazzo Chigi, Conte un passo avanti. Ma salgono anche i delfini del leader M5S

ANDREA CARUGATI
ROMA

Ultime ore, questa volta davvero decisive, per chiudere l’accordo di governo tra Lega e M5S. Dopo il sì bulgaro della base grillina venerdì (94%), ieri e oggi i gazebo leghisti nelle piazze, con Salvini che annuncia 100 mila presenti. Oggi i due leader si vedranno per chiudere, tra l’Abruzzo (dove Di Maio ha una iniziativa) e Roma. Appuntamento intorno a ora di pranzo.

Ormai la ricerca del premier si sta trasformando in un gioco degli identikit. «Né io né Di Maio premier? Questo mi sembra chiaro fin dall’inizio», dice Salvini. «Sarà una figura che vada bene a entrambi, con una esperienza professionale incontestabile e che condivida e abbia contribuito alla stesura del programma». «Un amico del popolo», aggiunge Di Maio. Gli indizi fanno pensare a una figura simile a quella del professore Giuseppe Conte, ordinario di Diritto privato a Firenze, già inserito nella lista dei ministri cinque stelle prima delle elezioni per il dicastero della Pubblica amministrazione. Il nome di Conte circola da oltre una settimana, dagli incontri milanesi tra Di Maio e Salvini, insieme a quello dell’economista Giulio Sapelli, subito tramontato. Conte invece è rimasto a galla per vari giorni, ma alla fine potrebbe saltare. A favore di un altro tecnico, o magari di un nome politico. Già, perchè Di Maio, al di là delle dichiarazioni sul passo indietro, oggi potrebbe tornare alla carica per chiedere palazzo Chigi per sé, o in subordine per uno dei suoi fedelissimi Riccardo Fraccaro (in questi giorni sempre al fianco del leader in giro per l’Italia), Vincenzo Spadafora o Alfonso Bonafede. «Il mio presidente del Consiglio ideale? È Luigi Di Maio…», ha detto ieri Davide Casaleggio a Ivrea, a margine di un banchetto del M5S per illustrare il contratto di governo. Il figlio del fondatore si è detto soddisfatto per il programma e per il via libera degli iscritti. «Non so se farò il premier e se entrerò nella squadra di governo», fa sapere il capo del M5S.

 

«Sarà un premier un po’ più spostato nell’area dei Cinque Stelle perché in questa maggioranza loro hanno il 32% e noi il 17, ma non sarà effettivamente un esponente del M5S, quindi immagino che abbia un po’ di equilibrio tra le due componenti», spiega a Maria Latella su Sky Tg24 Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega (in corsa per un ministero di peso), che sottolinea come il suo partito abbia chiesto i ministeri dell’Interno (per Salvini) e dell’Agricoltura (il più gettonato è Nicola Molteni). «Sono ridotte a zero le possibilità che Salvini torni a casa, da Berlusconi», aggiunge Fontana. «Penso che Berlusconi possa fidarsi della Lega, non deve temere alcunché».

 

Salvini si dice «fiducioso». «Abbiamo già fatto un lavoro che non è mai stato fatto nella storia della Repubblica, ossia definire un programma punto per punto da rispettare mese per mese». Ma avverte: «Se poi qualcuno non lo rispetterà salta tutto». Luigi Di Maio, al solito, è ancora più ottimista: «Sarà un governo inaspettato, ma anche un governo votato dal popolo italiano e tutti se ne devono fare una ragione».

 

Domani il Quirinale attende il nome. Il Capo dello Stato ha deciso di restare a Roma nel fine settimana per farsi trovare pronto nel caso di uno sblocco anticipato della lunga trattativa per il governo. Al Colle si attende il nome del premier, dunque, non una lista dei ministri già preconfezionata. Mattarella intende ragionare col premier designato sui ministri, a partire dalle principali caselle come Economia, Esteri e Difesa, come del resto prevede l’articolo 92 della Costituzione. Nella migliore delle ipotesi, «Mister X» potrebbe ricevere l’incarico tra martedì e mercoledì e giurare entro fine settimana.

 

Salvini e Di Maio stanno trattando sul premier in solitudine. «Il dossier lo curano loro due da soli, ormai sono telefonate intime», ironizzano fonti della Lega. Nella trattativa ci sono anche i nomi dei ministri. Per il M5S restano alte le chance di Danilo Toninelli, Bonafede e Giulia Grillo. Non a caso Di Maio annuncia che «nelle prossime ore avremo i nomi del premier e della squadra». Al Quirinale però dovrà arrivare solo un nome: il resto della squadra potrebbe essere rivoluzionato dopo la «risciacquatura» al Colle.

LA STAMPA

 

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