Il fascino della Corona e quel giro d’affari da 1.155 miliardi

francesco de leo
windsor

Centomila persone hanno raggiunto ieri la piccola incantevole località inglese del Berkshire, il cui nome proviene dall’antico inglese windles-ore, argano presso il fiume, che grazie ad Edoardo I nel 1277 acquisì lo status di città reale.

 

 

Con il fatidico sì pronunciato davanti all’Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, Meghan Markle, la ragazza californiana che ha spezzato il cuore del Principe Henry del Galles, ha scelto di far parte della Famiglia Reale più conosciuta al mondo e di entrare nella sue epica storia di quasi 1200 anni.

Anche se l’aforista e poeta polacco Stanislaw Jerzy Lec scrisse un giorno che “il sistema divino somiglia alla monarchia inglese: Dio regna, ma non governa”, quella marea umana arrivata a Windsor sin dalle prime ore dell’alba, dimostra come qui la monarchia non sia solo forma, ma sostanza. Secondo lo storico Alessandro Mola, quella che inorgoglisce i britannici è una storia “fatta, si, di conflitti anche sanguinosi (la guerra delle Due Rose, la decapitazione di Maria Stuarda, quella di Carlo I, la cacciata di Giacomo II), ma soprattutto di diritti fondamentali, inalienabili e inviolabili, dalla Magna Carta all’ Habeas corpus, che non è solo parte di un mercato comune ma di una “idea”: espressa dal sorriso mite ma fermo della sovrana Elisabetta II”.</

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Il fascino della Corona e l’attrazione per i Royal Affairs sono intramontabili da queste parti. 1.155 miliardi, tra turismo e gadget, sono il giro d’affari legato alle vicende dei Windsor. “Sta assistendo a quanto di più prezioso c’è per noi”, mi dice una mamma che coccola il suo bimbo mentre gusta un sandwich con la marmellata. “Siamo tutti cresciuti con i racconti dei genitori e dei nonni sui Royal Wedding. Che ricordi meravigliosi…”.

 

 

Mentre il celebre storico inglese Sir Arthur Wynne Morgan Bryant, editorialista de «The Illustrated London News» scriveva, nei giorni dell’incoronazione della Regina Elisabetta II che “l’unione giuridica e spirituale degli uomini di razze, credi e classi differenti che chiamiamo una nazione, pur se talvolta la diamo per scontata, è un miracolo più straordinario del più grande ritrovato scientifico perché permette a milioni di persone che non si sono mai visti di agire insieme in una collaborazione pacifica e reciproca e li rende contenti e orgogliosi di farlo”, ieri David Beckham, icona del calcio inglese e tra i vip al Castello, scriveva su Instagram: “Che giorno memorabile oggi per il nostro Paese. Guardare Harry felice ci rende orgogliosi dell’uomo e della persona che è sempre stato…che giornata!”

 

 

Attraverso l’account twitter ieri Buckingham Palace ha inviato un messaggio di ringraziamento a quanti si sono recati a Windsor per il matrimonio e a quanti l’hanno seguito in televisione dal Commonwealth e da tutto il mondo. In mattinata la polizia registrava che alle 9.40 nelle piccole due stazioni del paese erano già transitati più di 20.000 passeggeri. Nel pomeriggio sui social un invito ai partecipanti: “le strade sono molto affollate e le stazioni ferroviarie piuttosto occupate…se possibile trattenetevi ancora gustandovi un’altra fetta di torta!”

 

 

 

Intanto la Regina Elisabetta II ha formalmente annunciato che conferisce il titolo di Duca di Sussex a suo nipote Henry, sesto pretendente al trono nella linea dinastica. Poiché il primo Duca di Sussex, il Principe Augusto Federico, sesto figlio maschio del re Giorgio III, non ebbe prole legittima, i suoi titoli si estinsero alla sua morte nel 1843 e a sua moglie non fu concessa la possibilità di farsi chiamare duchessa. A più di 200 anni dalla sua creazione, il ducato di Sussex ha dunque il suo secondo duca e la sua prima duchessa. Meghan è da ieri chiamata: “Sua Altezza Reale Duchessa di Sussex”.

 

LA STAMPA

 

 

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