Terremotati snobbati dal M5S. Ma Grillo specula sugli sfollati
Il tweet di Beppe Grillo arriva in mattinata. E non riguarda il governo, Di Maio o l’accordo con Salvini. Ma i terremotati. “I bambini nati dopo il 2007, a L’Aquila, potrebbero essere definiti la ‘generazione container’ – scrive il comico condividendo un articolo del suo blog – A quasi 9 anni la situazione è invariata, nessun edificio scolastico è stato ricostruito.
Tutto ciò è inaccettabile”.
Ecco. “Inaccettabile”, dice Grillo parlando dei Moduli ad Uso Scolastico Provvisorio realizzati subito dopo il sisma del 2009. Ma fa sorridere che il tweet del fondatore del Movimento Cinque Stelle sia arrivato a poche ore dalla chiusura del contratto giallo-verde, quello votato in maniera bulgara dalla base di entrambi i contraenti. Fa sorridere perché, per quanto il comico si spenda a parole in favore dei terremotati, questi non sono stati praticamente considerati nel programma dell’esecutivo che verrà. Relegati in 10 righe appena di belle parole e infilati all’interno del paragrafo su green economy, ambiente e rifiuti (ma che c’azzecca?).
E pensare che dopo la pubblicazione della prima bozza una settimana fa, qualcuno aveva fatto notare a Di Maio e Salvini che l’assenza di progettualità sul Centro Italia fosse una mancanza imperdonabile. “Nel contratto di governo la ricostruzione delle aree terremotate è un tema centrale – replicò il senatore Paolo Arrigoni dopo aver letto l’articolo del Giornale.it– Nel capitolo ambiente è scritto nero su bianco che vogliamo chiudere la fase emergenziale per passare alla ricostruzione e creare finalmente le condizioni per il rilancio economico dei territori colpiti. Noi con i fatti smentiremo chi ci ha accusato di strumentalizzare questa immane tragedia”.
Si poteva essere dunque certi che nella versione finale del contratto i terremotati avrebbero trovato il giusto spazio. Un “cambio di passo” importante. E invece? “Invece sono gli hanno dato neppure la dignità di un paragrafo”, dice al Giornale.it Piero Celani, vicepresidente del Consiglio Regionale delle Marche e consigliere di Forza Italia. “E quello che hanno scritto è fuffa, solo aria fritta”. In effetti mettendo a confronto le due versioni del contratto (seconda bozza e versione finale) non è che i contraenti si siano sprecati molto. Appena 10 righe in cui Lega e M5S si impegnano a “chiudere la fase dell’emergenza e passare alla fase della ricostruzione” per “creare anche le condizioni per un rilancio economico delle zone colpite”. In che modo? Con la “semplificazione delle procedure, sia per le opere pubbliche che per la ricostruzione privata”, con “la certezza nella disciplina generale contenuta nei decreti e nelle ordinanze” e coinvolgendo “i soggetti interessati nelle modifiche da apportare che dovranno essere definitive”. Il tutto garantendo “un maggiore coinvolgimento dei comuni, mediante il conferimento di maggiori poteri ai Sindaci”. Poi nient’altro.
“Questo programma è troppo generico – spiega Celani – non dice nulla. Un progetto serio avrebbe dovuto avere due o tre pagine e parlare, per esempio, di regionalizzazione. Perché è inutile dare poteri ai sindaci se poi sono le Regioni a fare le norme”. Il vicepresidente del Consiglio regionale marchigiano si dice “sorpreso” dalla “superficialità” con cui grillini e leghisti hanno affrontato il tema terremoto. Soprattutto perché sia Di Maio che Salvini sono scesi più e più volte nel Centro Italia a portare solidarietà. “Avrebbero potuto mettere nero su bianco che il modello del Pd per l’emergenza e la ricostruzione è stato fallimentare. Avrebbero potuto parlare di tutte le problematiche che stiamo incontrando e di cui sono a conoscenza. Possibile non ci sia nulla nel contratto? Su altri temi sono stati molto più dettagliati rispetto al sisma”. La polemica lascia poi lo spazio alla rassegnazione: “Se non hanno le idee chiare, se l’attenzione che ci dedicano è questa, finiremo la ricostruzione tra 20 anni. Grillo parla della ‘generazione container’? Magari avessimo qui l’accortezza che ebbe l’allora governo per L’Aquila”.