A Conte l’incarico di Mattarella per il governo: “Sarò l’avvocato difensore di tutti gli italiani”
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dato al professor Giuseppe Conte l’incarico di formare il nuovo governo Lega-Movimento Cinque Stelle. «Quello che si appresta a nascere – ha detto il professore nella sua prima dichiarazione – sarà il governo del cambiamento, dalla parte dei cittadini, che tuteli i loro interessi». E ha sottolineato: «Sono professore e avvocato, ho perorato cause di varie persone, ora difenderò l’interesse degli italiani in tutte le sedi Ue e internazionali dialogando con le istituzioni Ue e con gli altri Paesi». In una frase: «Mi propongo di essere l’avvocato difensore del popolo italiano».
Il professor Conte tornerà nei prossimi giorni al Quirinale per sottoporre al capo dello Stato la lista dei ministri.
Intanto non è ancora spenta la polemica sul caso Di Battista. In mattinata, l’ex deputato M5S aveva lanciato un avvertimento preventivo dal sapore minaccioso al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Il presidente Mattarella – si leggeva in un post su facebook Di Battista – per giorni ha insistito sull’urgenza di formare un governo nella pienezza delle sue funzioni. Ebbene, finalmente, una maggioranza si è formata» per «un governo capace di ristabilire un principio sacrosanto in democrazia: il primato della politica sulla finanza. Mi rendo conto che ristabilire questo principio possa far paura a qualcuno, ma non dovrebbe intimorire chi ha l’onore di rappresentare l’unità nazionale» .
E ancora: «Mattarella ha prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica ovvero ai cittadini ai quali appartiene la sovranità. Per settimane, in una fase delicatissima dal punto di vista istituzionale, ha ricordato ai partiti politici le loro responsabilità», spiega Di Battista nel post dove sottolinea: ora «una maggioranza c’è, una maggioranza che piaccia o non piaccia al Presidente Mattarella o al suo più stretto consigliere, rappresenta la maggior parte degli italiani. Sono gli italiani ad avere diritto ad un governo forte, un governo capace di intervenire, se necessario con la dovuta durezza, per ristabilire giustizia sociale».
«Il Presidente della Repubblica – attaccava Di Battista – non è un notaio delle forze politiche ma neppure l’avvocato difensore di chi si oppone al cambiamento. Anche perché si tratterebbe di una causa persa, meglio non difenderla», sottolinea ancora Di Battista che fa un appello ai militanti: «invito tutti i cittadini a farsi sentire. Usiamo la rete, facciamo foto, video. È in gioco il futuro del Paese #VoglioIlGovernoDelCambiamento».
Anche il padre di Di Battista, Vittorio, si rivolge al presidente Mattarella. In un post pubblicato su Facebook chiede a «Mister Allegria» di fare il suo dovere, «e non avrai seccature». Di Battista padre non cita mail il nome del capo dello Stato, ma il riferimento è più che evidente: «È il papà di tutti noi. È quello che si preoccupa di varare un governo. È quello che ha avallato la legge elettorale che impedisce di varare un governo. Poveretto, quanto lo capisco. In più ci si mettono le fianate sul cv di Giuseppe Conte, le perdite in Borsa e la irresistibile ascesa dello spread. Poveretto, quanto lo capisco».
Nel suo post in versi, incalza: «Mi permetto di dargli un consiglio, un consiglio a costo zero. Vada a rileggere le vicende della Bastiglia, ma quelle successive alla presa. Quando il Popolo di Parigi assaltò e distrusse quel gran palazzone, simbolo della perfidia del potere, rimasero gli enormi cumoli di macerie che, vendute successivamente, arricchirono un mastro di provincia. Ecco, il Quirinale è più di una Bastiglia, ha quadri, arazzi, tappeti e statue, Se il popolo incazzato dovesse assaltarlo, altro che mattoni. Arricchirebbe di democrazia questo povero paese e ridarebbe fiato alle finanze stremate».