Piazza Affari incassa un’altra flessione (-1,3%), spread a 191
Seduta in netto ribasso per le Borse europee, intimorite sia dalle nuove tensioni internazionali, sia dalla delicata situazione politica italiana, nell’attesa del primo incontro tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e Giuseppe Conte, indicato da Lega e Movimento 5 Stelle come candidato premier. Conte ha ricevuto l’incarico da Mattarella in serata, incarico accettato – come i prammatica- con riserva in attesa di presentare al Colle la lista dei ministri.
La Commissione europea, intanto, ha ricordato la rotta che deve tenere il prossimo Governo italiano sui conti pubblici.
Sullo sfondo rimangono le tensioni tra Stati Uniti e Cina, soprattutto dopo che il presidente americano, Donald Trump, ha dichiarato di non essere soddisfatto dei recenti colloqui sul commercio internazionale, allontanando dunque le speranze su un accordo. In più il presidente ha anche detto che potrebbe slittare l’incontro con il leader coreano, Kim Jong Un, già fissato per il 12 giugno.Sul finale il FTSE MIB ha perso l’1,31%, mentre lo spread BTp/Bund ha terminato a 191 punti, dopo essersi spinto fino a 197 punti, livello top dal giugno 2017.
Commissione ricorda la strada da seguire all’Italia
Proprio oggi la Commissione europea ha richiamato all’appello il Belpaese con quattro raccomandazioni. La prima riguarda la necessità di assicurare nel 2019 un aggiustamento strutturale del bilancio dello 0,6%, ossia di 10,6 miliardi, che si aggiunge, almeno sulla carta, all’aggiustamento quest’anno della metà. La seconda è assicurare che la giustizia civile funzioni e contrasti la corruzione. La terza è mantenere il ritmo di riduzione dell’alto stock di sofferenze bancarie. La quarta è attuare la riforma delle politiche attive del lavoro. Intanto in Europa Ihs Markit ha rilevato che l’indice manifatturiero della zona euro a maggio è sceso a 55,5 punti dai 56,2 di aprile. Ha rallentato il passo anche l’indice servizi, portandosi a 53,9 punti dai 54,7 di aprile. Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit, ha comunque raccomandato prudenza prima di trarre conclusioni. «A maggio – ha ricordato – gli affari sono stati influenzati negativamente da un numero anormale di giorni festivi». Per altro è proseguita a un tasso incoraggiante la creazione di posti di lavoro.
Banche deboli, ma Bper in controtendenza dopo parole Vandelli
A Piazza Affari sono state colpite dalle vendite le principali blue chips. Sono
andate male le azioni delle banche, risentendo anche del monito lanciato da Fitch, secondo la quale l’incertezza politica potrebbe pesare sul comparto creditizio. L’agenzia di rating teme che il calo della fiducia degli investitori, innescato dall’incertezza politica, alla fine potrebbe far alzare i costi di funding delle banche. Non solo. Fitch mette in conto che la situazione politica alla fine «potrebbe ritardare i progressi delle banche nel ridurre i loro ampi stock di Npl e rendere più costose nuove emissioni».
Si sono però distinte le Banca Pop Er, salite dell’1%, beneficiando dell’intervista all’ad, Alessandro Vandelli, che non solo ha rassicurato sul piano di cessione dei crediti in sofferenza, per circa 4,5 miliardi di euro, ma ha anche espresso la volontà del management della banca di «aumentare il dividendo del 2018», soprattutto dopo la trimestrale di recente pubblicata e archiviata con 251 milioni di euro. Il manager sta inoltre lavorando al piano industriale che dovrebbe essere presentato a settembre. Dall’intervista è emerso che potrebbero verificarsi piccole variazioni nell’azionariato della banca, un po’ perché gli imprenditori privati sono destinati a crescere («non escludo possano rafforzarsi fino al 7-8%», ha detto Vandelli), un po’ perché, come noto, da tempo si ragiona sull’ipotesi di un incremento della Fondazione Sardegna, che potrebbe limare il peso nel Banco di Sardegna per poi salire nel capitale della banca modenese.
In controtendenza Mediaset e Ferragamo, in flessione Prysmian
Sono andate in controtendenza anche le Mediasett e le Salvatore Ferragamo,
quest’ultime mentre il mercato scommette sull’imminente nomina dell’amministratore delegato, che potrebbe essere Micaela Le Divelec, già direttore generale del gruppo da fine aprile. Azimut ha arginato le perdite all’1,2%, sulle ipotesi di interesse per la società da parte di private equity. E’ invece stata una giornata di vendite per Prysmian, sull’onda dei rumors circolati ieri riguardo a una presunta investigazione del Dipartimento di Giustizia su General Cable, la società americana sulla quale il gruppo di cavi italiano ha lanciato un’opa da 3 miliardi di euro, che dovrebbe essere perfezionata entro questa estate. Mediobanca, ad ogni modo, ha confermato la raccomandazione di Outperform visto che per adesso non ci sono «elementi ufficiali per dire che ci sia un rischio di esecuzione più elevato sull’accordo».
Bene Italgas, giù Fca con settore auto europeo
Sono salite anche le Italgas (+0,2%) e le Banca Mediolanum(+0,25%), mentre hanno ingranato la retromarcia le azioni della galassia Agnelli, dopo la buona performance dei giorni scorsi. Le Fiat Chrysler Automobileshanno perso l’1,15%, risentendo oltre che dei realizzi dopo la corsa delle ultime sedute, anche dell’indiscrezione, riportata dall’agenzia Bloomberg, secondo la quale il gruppo guidato da Sergio Marchionne potrebbe raggiungere un accordo con il Dipartimento di Giustizia Usa per lo scandalo sulle emissioni nella seconda parte del 2018 o nel 2019. All’intesa con il Dipartimento potrebbe seguire anche una soluzione delle cause con i clienti, per un importo complessivo di entrambi gli accordi pari a circa 1 miliardo di dollari. Per Mediobanca, l’indicazione di un rinvio al 2019 dell’intesa è «leggermente negativa» in quanto farebbe persistere ancora per mesi incertezza sull’entità della transazione. Inoltre, la stima di 1 miliardo di dollari è superiore al consensus, che è compreso in una forchetta tra 500 milioni e 1 miliardo di dollari, anche si tratta solamente del 2-3 della capitalizzazione. Oggi, comunque, è andato male tutto il comparto auto europeo, nonostante le indicazioni arrivate ieri dalla Cina sui dazi siano potenzialmente positive. Il gigante asiatico ha annunciato che entro i prossimi due mesi abbasserà le tariffe sulle auto importate dal 25% al 15%-10% e quelle sulla componentistica al 6%, dall’attuale range tra il 25% e l’8%.
L’euro scivola sui minimi da novembre 2017, giù il petroliodopo scorte Usa
Sul fronte valutario l’euro è piombati ai minimi dal novembre 2017, dopo la diffusione dell’indice Pmi sull’attività economica della zona euro, peggiorato oltre le attese. La moneta unica si è portata fino a 1,16986 dollari per risalire sulla soglia di 1,17 dollari. L’euro, sottolineano gli analisti di Mps Capital Services, è indebolito dalla situazione politica italiana e dai deboli dati macro. Le recenti dichiarazioni di Trump sulla Cina hanno alimentato le incertezze degli operatori e provocato anche un apprezzamento dello yen, con il cross dolaro/yen che è arrivato a scambiare in prossimità di area 110.
Giornata di debolezza anche per il petrolio (segui qui l’andamento del petrolio), nonostante siano tornate a farsi sentire le tensioni a livello internazionale. D’altra parte pesano i rumor sulla possibilità di un aumento della produzione da parte dell’Opec. Il tema potrebbe essere oggetto di discussione del meeting del prossimo 22 giugno. In più nel pomeriggio il valore dell’oro nero ha ampliato le perdite sul contraccolpo del rialzo delle scorte superiore alle attese. Nel dettaglio, le scorte Usa sono aumentate di 5,778 milioni di barili al giorno. Gli analisti si attendevano un ribasso di 2,2 milioni di barili.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)