Conte premier incaricato: “Sarò l’avvocato del popolo, l’Italia resterà in Europa”

carlo bertini
roma

La foto che resterà negli annali è quella del premier incaricato che giunge in taxi alla Camera seguito da due auto della scorta. E la verve polemica di Salvini con la Confindustria la dice lunga sulla nuova fase che si sta aprendo nel Paese. Dopo quasi due ore di colloquio, il segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti legge la dichiarazione rituale in questi casi. «Il Presidente della Repubblica ha ricevuto il professor Giuseppe Conte, al quale ha conferito l’incarico di formare il governo». E la crisi più lunga si può dire risolta. In parte. Perché il tempo impiegato a calibrare le sue prime parole, il clima della vigilia e il debutto con cui il premier incaricato dà un colpo al cerchio e uno alla botte, fanno capire quanto difficile sia la partita a scacchi che sta per affrontare.

Svolta dopo 80 giorni

«Abbiamo parlato della fase impegnativa che stiamo vivendo e delle sfide che ci attendono, di cui sono consapevole, così come lo sono della necessità di confermare la collocazione internazionale ed europea dell’Italia», è l’esordio a telecamere riunite. Il suo sarà «il governo del cambiamento», e avrà «un programma basato sulle intese tra le forze politiche di maggioranza» Lega e 5 Stelle. Chiariti i contraenti, ecco citato «il contratto» che rappresenta «in pieno le aspettative dei cittadini». E via all’autoritratto, «sarò l’avvocato difensore del popolo italiano», non prima di aver dichiarato la propria voglia di farcela: «Non vedo l’ora di iniziare». Poi va da Fico e Casellati, immergendosi in serata nella lista dei ministri. Tutta da limare.

 

Ma il più è fatto, l’incarico è ricevuto, malgrado le tensioni che avevano segnato la giornata di svolta dopo ottanta giorni di surplace. Come un fulmine a cielo non sereno – spread che sfiora i 200 punti, mercati agitati – a fine mattina guizzano infatti i flash d’agenzia con la convocazione al Colle («A Borse chiuse», nota Brunetta) del professor Conte. Smentendo così le scommesse su un congelamento della pratica in attesa di vedere gli sviluppi della vicenda del curriculum, il Capo dello Stato lo chiama al Quirinale dopo aver chiesto a Di Maio e Salvini se confermassero la loro designazione.

 

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Le frenetiche trattative

A caricare di grigio le nubi sulla capitale ci si mette il «poliziotto cattivo» dei grillini Alessandro Di Battista, che mena fendenti all’indirizzo del Colle, suggerendo a Mattarella di non fare l’avvocato di una «causa persa»; e facendo notare che «una maggioranza si è formata, piaccia o non piaccia al presidente Mattarella o al suo più stretto consigliere».

 

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Fatto sta che la notizia della convocazione al Colle fa tornare il sorriso ai contraenti del contratto. «Comincia la Terza Repubblica», esulta Di Maio. «Il fango su Conte e le critiche preventive dei tecnocrati d’Europa sono solo l’assaggio di ciò che ci aspetta», avverte il grillino Carlo Sibilia. Il curriculum di Giuseppe Conte? «Non sanno cosa inventarsi contro un cittadino onesto e perbene», dice Di Maio dopo aver incontrato alla Camera Salvini. Il quale a sua volta vede a sorpresa Bobo Maroni, per una chiacchierata di disgelo che mostra come il leader leghista, in mezzo alle temperie di una coalizione traballante, voglia tener dentro tutte le anime che contano nel Carroccio. «Non sarà nel governo, ma ha tanta esperienza», chiosa Salvini.

 

Ore di frenetiche trattative, che portano le quotazioni di questo o quel candidato ministro a impennarsi e a precipitare nel vuoto. Come quelle dell’economista Paolo Savona, che fa sapere di aver lasciato le cariche nel fondo di investimento Euklid per «sopraggiunti impegni pubblici»; ma che per tutto il giorno si allontana dai radar, mentre crescono le puntate su Giancarlo Giorgetti, braccio destro di Salvini, per il trono dell’Economia. «Se Conte è avvocato difensore, noi ci costituiamo parte civile», è l’accoglienza che gli riserva Matteo Renzi. Silenzio da Berlusconi. E i grillini alla Camera brindano: «Ce l’abbiamo fatta».

LA STAMPA

 

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