Giuseppe Conte, Vittorio Feltri: perché è un premier inadeguato, la pantegana partorita dalla montagna
Vi proponiamo l’editoriale di Vittorio Feltri pubblicato su Libero di mercoledì 23 maggio. Un commento scritto ovviamente alla vigilia, nel giorno in cui l’Italia ha scoperto i tarocchi nel curriculum di Giuseppe Conte. Un giorno in cui, insomma, la sua candidatura a premier sembrava definitivamente tramontata. E a tempo record. Sergio Mattarella, però, alla fine ha deciso di conferirgli l’incarico. Ma tant’è, come spiega il direttore nel pezzo, Conte resta un premier inadeguato. Ecco perché.
Giuseppe Conte (ex candidato premier) non è più un illustre sconosciuto. Sono bastate 24 ore a renderlo famoso. Giusto il tempo di esaminare il suo curriculum, in cui egli racconta, tra le proprie prodezze accademiche, di essersi recato per un breve periodo a New York per motivi non precisati di studio.
Ovviamente tutti hanno pensato che negli Usa egli abbia partecipato a un corso di specializzazione, e invece un grande giornale americano si è affrettato a scrivere che il professorino non risulta quale frequentatore dell’università newyorchese. Una millanteria, una vanteria, una balla? Non si sa.
I grillini, che lo hanno scelto allo scopo di realizzare il loro programma del cavolo, minimizzano l’incidente. Si può capire, ma non accettare. Se io trenta anni fa sono stato in vacanza a Jesolo con la famiglia, poi non lo scrivo nel mio curriculum per darmi le arie di uno che ha girato il mondo per solidificare la cultura. Quindi Conte ha commesso un errore, forse dovuto a superficialità, quando ha messo nero su bianco un viaggio di piacere negli Stati Uniti quasi fosse stato una esplorazione nei saperi internazionali. Trattasi di semplice cazzata che però rivela una supponenza, e un desiderio di apparire importante, inaccettabili in un personaggio bramoso di guidare il Paese.
Nel citato curriculum si trovano altri punti dubbi, come pubblicazioni scientifiche ignote e roba simile, per esempio un corso in Austria presso un istituto del quale non si scova traccia. Piccole macchie, intendiamoci, che tuttavia insospettiscono a riguardo della credibilità del soggetto in questione.
Pensiamo che ciò non spinga Mattarella a fidarsi di Conte. Probabilmente lo scarterà e sceglierà qualcuno meno chiacchierato. Se sarà così l’ambaradan messo in piedi dal M5S e dalla Lega nel tentativo puerile di varare un governo andrà a pallino, si dovrà ricominciare da capo con le solite stucchevoli trattative fra i due partiti vincitori (si fa per dire) delle elezioni del 4 marzo scorso. Tanto rumore per nulla. La montagna ha partorito una pantegana.
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