Lega-M5S, sicurezza, welfare e (poca) politica estera: ecco come sarà il governo Conte
MARIA BERLINGUER
ROMA – Chi ha vinto la partita del governo, la Lega o il M5S? E il governo che sta per nascere è davvero il più a destra nella storia repubblicana, come sostengono diversi analisti e il Pd? L’Istituto Cattaneo prova a dare delle risposte a partire dall’analisi del “contratto del cambiamento” stipulato tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio per la XVIII legislatura, analizzando il prima e il dopo, ovvero i programmi con i quali Lega e M5S si sono presentati agli elettori il 4 marzo. E la sintesi del Cattaneo è che il nuovo esecutivo sarò un governo “socio-securitario”.
La Lega cede su Europa e Euro, abbandonando i toni anti europeisti ed euroscettici della campagna elettorale, forse anche per la moral suasion del Quirinale azzarda la ricerca, ma porta a casa la sua linea su sicurezza e ordine. Il M5S fa invece un deciso passo indietro sui diritti, ma riesce a far passare la sua linea su welfare e lavoro. E anzi è proprio il welfare il terreno di incontro tra i due vincitori delle elezioni e il programma su lavoro e pensioni colloca il futuro governo quasi al centro dello spazio politico, “molto più vicino alle posizioni del M5S che a quelle della Lega”.
La chiave della ricerca è quanto dei singoli programmi elettorali dei due partiti sia poi finita nel contratto di governo. Il governo M5S Lega è sì “eccezionale”, nel senso che sarà composto interamente da partiti anti sistema, ma non è quello più a destra nella storia della Repubblica. Si colloca in un posizione intermedia tra il governo Berlusconi del 2001 (il più sbilanciato a destra dal 1946) e il Prodi del biennio 2006-2008(il più a sinistra). Passando dalla propaganda elettorale al contratto la Lega ha dovuto cedere sull’Europa e sull’uscita dall’ero ma ha portato a casa moltissimo nel settore “legge e ordine”, vale a dire sul settore della sicurezza, del controllo dell’immigrazione e dell’incremento delle pene per determinati reati.
Il pacchetto securitario, molto sentito dall’elettorato leghista, è stato in gran parte recepito nel programma (il 55,9% di proposte politiche) contro il 44,1 di affermazioni di principio. E la sicurezza con la parte su Pubblica amministrazione e riforme istituzionali, rappresenta anche sezione più dettagliata e precisa del contratto giallo-verde. Al contrario il massimo livello di vaghezza si trova nei settori della politica estera (64,4%), del lavoro 65,8% del welfare e dell’istruzione (66,7%). Ma nel contratto di governo l’espansione del settore welfare e istruzione è notevole. Nel programma della Lega le proposte relative a scuola, istruzione, cultura e pensioni non superavano il 13,3%, e anche in quello del M5S queste tematiche non superavano il 20. Al contrario nel “contratto” le politiche riconducibli al welfare e all’istruzione rappresentano il settore di intervento più incisivo. E sulla riforma delle legge Fornero, sull’introduzione del reddito di cittadinanza e, quindi sulla spesa pubblica, che le due forze politiche hanno trovato un terreno di intesa.
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