Milano -0,7% stretta tra dazi auto e incognita Tesoro. Spread risale sopra 193
–di E. Micheli ed E. Miele
Nuova giornata di tensione a Piazza Affari, che dopo una seduta di alti e bassi alla fine ha perso lo 0,71%, con il FTSE MIBsceso a 22.749 punti. Ma non e’ andata meglio per le Borse europee, spaventate dallo spettro dei dazi auto. Neanche il tempo di «digerire» i balzelli Usa su acciaio e alluminio, infatti, che l’ipotesi di un rincaro del 25% sulle importazioni di quattro ruote ha mandato in fibrillazione le Borse del Vecchio Continente, tutte in negativo, con Milano tra le peggiori.
Mentre Trump ha cancellato il vertice di giugno con il leader nordcoreano Kim Jong, in Italia la situazione politica si è fatta più intricata di ora in ora: in attesa della lista dei ministri che Giuseppe Conte porterà al Quirinale, si è fatta più pressante l’incognita sul futuro ministro del Tesoro, con Lega e 5 Stelle che hanno tenuto duro sull’economista Paolo Savona e Matteo Salvini che ha avvertito Bruxelles: «Se l’Ue vuole una manovra da 10 miliardi tasse, noi faremo il contrario». Lo spread in mattinata è sceso sotto i 180 punti per poi risalire sopra i 193. Le vendite, dopo i timidi recuperi iniziali, hanno toccato soprattutto la galassia Fiat Chrysler Automobiles (-1,84%), a tratti il titolo peggiore, assieme a Saipem (-3%) e Italgas (-2,84%). In controtendenza rispetto al listino principale sono state Brembo (+4,5%) e Moncler (+2,3%), vicino ai massimi storici.
Vendite sulle banche in attesa del governo giallo-verde, male Mps
In difficoltà soprattutto le banche penalizzate, secondo gli analisti, dalle incertezze politiche, che portano a un calo di fiducia degli investitori e, di conseguenza, a un aumento del costo del funding. In flessione Unicredit (-1,81%), Banca Pop Er (-1,23%) e Mediobanca(-2,35%). Gli analisti di Equita hanno raccomandando cautela, nonostante dalle trimestrali pubblicate dai principali istituti siano emersi dati incoraggianti. Questo perché si teme l’impatto negativo delle misure indicate nel “Contratto di governo” che, secondo i calcoli della Sim milanese, potrebbe pesare fino a 12 miliardi, attorno al 12% per il settore. Tra le stock in rosso ci sono state anche Intesa Sanpaolo (-0,93%) e Banco Bpm (-1,23%). Quanto a Banca Mps, protagonista di un’altra seduta difficile (-3,13%), ci sono da registrare le parole della commissaria alla Concorrenza Ue, Margrethe Vestager, che ha ricordato come la ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato sia da considerarsi «temporanea» perché «poi si deve uscire quando le cose ritornano in acque tranquille» (posizione lontana da quella espressa di recente da M5S-Lega sul controllo pubblico dell’istituto).
Fca sotto la lente nell’attesa di notizie dagli Usa, giù Euro Stoxx su auto
Fiat Chrysler Automobiles riduce le perdite sul finale, mentre il mercato si interroga sia sui dazi che gli Usa potrebbero introdurre contro le auto estere, sia sulle indiscrezioni rimbalzate dall’America sul caso dieselgate. Indiscrezioni in base alle quali il gruppo auto potrebbe essere chiamato a pagare una multa fino a 1 miliardo di dollari. Ma è tutto il settore europeo delle quattro ruote a soffrire, come dimostra la discesa dell’indice Euro Stoxx 600 del comparto, che ha perso quasi il 2%. Sale intanto l’attesa per la presentazione del piano industriale che verrà presentato il prossimo primo giugno. Ma il fantasma dei balzelli sulle importazioni auto in Usa ha colpito tutti i grandi costruttori europei: a Parigi tra i titoli peggiori, infatti, ci sono stati quelli di Renault (-1,68%) e Peugeot (-1,11%). Idem in Germania, dove gli investitori hanno ceduto azioni di Daimler(-2,77%) e Volkswagen(-2,54%). In difficoltà anche molti istituti di credito, da Credit Agricole (-2,37%) a Deutsche Bank (-4,79%), passando per la spagnola Caixa Bank (-2,4%). Focus anche su Enel, nel giorno in cui si riunisce l’assemblea dei soci. Si muovono al rialzo Moncler e Stmicroelectronics.
In Usa salgono richieste sussidi lavoro ma restano ai minimi storici
Nella terza settimana di maggio il numero di lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è salito per la seconda volta di fila, deludendo così gli analisti. Pur essendo salito ai massimi di fine marzo, il dato resta però intorno ai minimi storici. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono salite di 11mila unità a quota 234mila unità (gli analisti si attendevano un dato sulle 220mila unità). La media delle quattro settimane, più attendibile in quanto non soggetta alle fluttuazioni del mercato, è cresciuta di 6.250 unità a 219.750.
Euro sopra 1,17 dollari, debole il petrolio
Sul mercato dei cambi (segui qui i principali cross), l’euro, che nella scorsa seduta ha violato al ribasso la soglia di 1,17 dollari come non succedeva dallo scorso novembre, ora passa di mano a 1,1726 contro il biglietto verde (1,1702 ieri in chiusura) e a 128,041 yen (da 128,73). Il cambio dollaro/yen è a 109,196 (da 110). Resta debole il petrolio, sull’ipotesi che l’Opec a giugno possa innalzare la produzione, con il Brent del Mare del Nord in calo su luglio dell’0,8% a 79,16 dollari al barile e il Wti in flessione dello 0,99% a 71,13 dollari.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)