Salta il governo di Conte, c’è solo da festeggiare. Feltri definitivo: perché è meglio tornare al voto
Se il governo in costruzione salta per aria prima di cominciare l’ attività non ci stracciamo le vesti, anzi, festeggiamo.
Giuseppe Conte, illustre sconosciuto, non ci piace per le note ragioni: uno che scrive nel curriculum di essere andato a New York a leggere due libri può farci ridere, però non ci rassicura circa la propria serietà.
Dove Di Maio lo abbia pescato è un mistero buffo, su cui conviene sorvolare. Anche io una volta ho bevuto un aperitivo davanti alla Sorbona, tuttavia non mi sono mai sognato di vantarmene né, tantomeno, di segnalare l’ episodio quale avvenimento fondamentale della mia modesta carriera di scribacchino. Ammetto solo di confidare agli amici di amare certi, non tutti, vini bianchi. A Conte non affiderei neppure il mio cane per l’ espletamento dei suoi bisogni fisiologici. Un esecutivo guidato da Conte non potrebbe che andare a sbattere contro il muro della stupidità.
La diatriba è sul punto di avvenire tra le risate di chi non ha creduto in una fattiva collaborazione Lega-5stelle, due partiti che durante la campagna elettorale si sono combattuti a suon di insulti. La storia insegna che le alleanze tra nemici finiscono sempre male: quella fra Stalin e Hitler è paradigmatica. Ipotizzare una intesa Matteo-Luigino era assurdo fin dall’ inizio, quindi trovo logico che essa sia in procinto di frantumarsi sotto i tacchi d’ acciaio di Mattarella, uno che se ne infischia della sovranità italiana e punta a sdraiarsi davanti all’ Europa e al Quarto Reich comandato dalla signora Merkel.
Costui, infatti, non ne vuole sapere di Savona ministro dell’ Economia, sponsorizzato da Salvini, temendone l’ indipendenza e le capacità di opporsi ai diktat di Bruxelles e di Berlino. Il professore è un grande economista mentre Mattarella è una specie di Valium intento a soddisfare i capricci monetari della Ue. Ovvio che quest’ ultimo veda nel primo una sorta di Demonio capace di ribellarsi alle ingiustizie inflitteci sistematicamente dai padroni del vapore continentali.
In altre parole, il capo dello Stato boccia il docente candidato al vertice della economia italiana perché questi è sgradito ai soloni europei, di cui il presidente della Repubblica è succube se non tributario.
Salvini invece, personaggio libero, pretende che Savona entri nell’ esecutivo in quanto è consapevole che solo lui può garantire al nostro Paese margini importanti di autodeterminazione. Interessi contrastanti.
Noi siamo dalla parte di Salvini e lo esortiamo a tenere duro, a non mollare. Il leader della Lega ha ragione di battagliare per avere con sé il principe degli economisti non sottomessi e pronti per rilanciare gli affari nostri, sacrificando quelli dei potentati continentali.
Non ceda alle dispotiche richieste del Colle. Meglio senza governo che con un governo servo degli europeisti prezzolati. Coraggio, Matteo, siamo con te.
LIBERO.IT