Governo, firme e tweet di solidarietà a Mattarella. Ma spuntano anche minacce di morte
di SERENA RIFORMATO
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – da sempre raccontato come uomo schivo e di poche parole – ha pronunciato il suo discorso più esplicito ed è diventato il protagonista di un diluvio di dichiarazioni e commenti ad alta intensità emotiva sui social network.
Anche i centralini del Quirinale, subito dopo l’intervento, sono stati intasati dalle telefonate di persone che nella quasi totalità volevano esprimere riconoscenza e vicinanza alla posizione del presidente.
Una vicinanza che nella notte si è trasformata in una raccolta firme pro Mattarella sulla piattaforma no profit Progressi.org. La petizione ha raggiunto in poche ore oltre 4000 firme. “Il Presidente ha esercitato le proprie prerogative costituzionali rispetto alla formazione di un esecutivo che avrebbe rischiato di portarci fuori dalla moneta unica e così minacciare la stabilità economica e finanziaria del nostro Paese. Al di là della questione Euro, ciò che allarma davvero sono i toni eversivi che questi politici stanno usando contro la Presidenza della Repubblica e con essa contro tutte le istituzioni democratiche del Paese” è scritto nel messaggio di lancio della raccolta.
Anche il deputato Pd Michele Anzaldi ha mostrato solidarietà verso Mattarella. “La vergogna di minacce e auguri di morte da parte di esponenti e attivisti M5s sui social contro il presidente Mattarella, cui dicono ‘dovremmo fargli fare la fine del fratello’ (assassinato nel 1980 per mano della mafia ndr.), deve essere perseguita con durezza dalla Polizia postale. Servono riscontri e risposte immediate”, ha scritto l’onorevole su Facebook.
E intanto in un lungo striscione appeso in pieno centro ai balconi della sede del gruppo Pd del Campidoglio si legge “Viva la Costituzione e la Repubblica. #iostoconmattarella”.
Anche le parole ‘Corte Costituzionale’ sono diventate tra le più scritte su Twitter. Soprattutto in chiave pro Mattarella, i cinguettii si riferiscono all’organo cui spetta l’ultima parola sulla messa in stato d’accusa del Presidente, prevista dall’articolo 90 della Costituzione, richiesta sia dal Movimento 5 Stelle che da Giorgia Meloni.
In risposta alle invettive, sono nati e presto si sono moltiplicate le manifestazioni di solidarietà al capo dello Stato e al suo ruolo di garante della Carta fondamentale sotto gli hashtag #iostoconlacostituzione e #iostoconMattarella.
Poco dopo, Twitter ha individuato fra le parole chiave più utilizzate #GraziePresidente.
E subito è entrato in classifica l’hashtag #iostoconlacostituzione.
C’è anche chi tra i toni violenti è riuscito a fare ironia.
Il dibattito è alimentato dalle dichiarazioni dei politici. In alcuni casi addirittura aizzato. È stata la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni la prima a parlare di impeachment, la messa sotto accusa del presidente della Repubblica, che l’articolo 90 della Costituzione prevede solo in caso di “alto tradimento o attentato alla Costituzione”. Il Cinquestelle Carlo Sibilia ha raccolto e ha rilanciato la proposta su Twitter, ricondivisa da molti simpatizzanti del Movimento:
REP.IT