Signori, pietà. Con compassione, commiserazione e rispettoso disprezzo chiediamo ai dilettanti della politica di fare andare comunque al governo i due vincitori delle elezioni onde poi farci votare prima possibile, magari non durante le vacanze perché se ci rovinate pure le ferie allora sì che assaltiamo la Bastiglia quirinalizia armati di pinne, fucili ed occhiali. Con quello di oggi sono 88 giorni di follia pura dove s’è visto tutto, il contrario di tutto, di tutto e più cose assurde che – per dirla con l’androide di Blade Runner – «voi umani non potreste immaginarvi».
L’ultima finezza è di ieri con Mattarella, non sazio delle perle regalate al Paese, protagonista di un’altra (doppia) figuraccia galattica: nessuna forza politica ha condiviso la sua scelta di incoronare premier l’ex dipendente del Fondo monetario internazionale Cottarelli e nessuna rassicurazione ha funzionato coi mercati (lo spread è schizzato a 300, le borse sono impazzite). In compenso ha incassato una doppia richiesta di impeachment, una valanga di insulti con relative indagini per vilipendio, raccolte di firme per le dimissioni così da far posto a un altro Presidente, come Bergoglio per l’emerito Ratzinger.
E che dire del resto, di quel circo Barnum straripante di nani e ballerine? Un premier dal curriculum taroccato durato tre giorni, un Carneade come Savona bruciato sul nascere, ministri improbabili, sottosegretari per un giorno, i due mandati esplorativi a vuoto, il centrodestra che si sgretola, si ricompone, si risgretola. Berlusconi che prima dice no a Salvini, poi sì “però”, poi ancora no e adesso sì perché teme gli amorosi sensi tra Matteo e Giggino. E Di Maio, che ogni giorno cambia idea e che ieri mattina voleva la testa di Mattarella salvo, a sera, chiedere al Colle di rifargli fare il governo? E la Meloni? Entra o non entra nel governo, esce ma poi rientra ed è lasciata fuori per poi gridare all’impeachment a favore di ungoverno che non è il suo; dopodiché si dice pronta a rientrare. E Renzi? E il Pd? Da ridere. Mentre il paese crolla, e Mattarella sbarella, il partito tace, si eclissa, celebra assemblee e si scanna (ma non è una novità) nel mentre D’Alema predice la fine del mondo remando contro (non è una novità neanche questa).
L’Europa gode come non mai, ci sparano addosso tutti, quel simpaticone di commissario Ue Oettinger ha la faccia come il mulo nel ricordarci che il nostro voto non conta un piffero perché nell’urna entrano solo speculatori e agenzie di rating. Il Paese crolla, siamo alle comiche finali. Fortuna che adesso iniziano i mondiali, ci rilassiamo e pensiamo ad altro. Già, ci salva il calcio come al solito. Anzi, no. Perché l’Italia in Russia non c’è. Peggio di Mattarella c’è solo Ventura.
IL TEMPO