Cottarelli, M5s-Lega bis o voto: gli scenari possibili del nuovo governo
La giornata di oggi si annuncia cruciale per la soluzione della crisi politica. Potrebbe infatti nascere il governo Cottarelli, a corto però di numeri nelle Camere e destinato a portare il Paese alle urne in autunno o a inizio 2019. Torna in auge la possibilità di un esecutivo politico M5S-Lega, visti i toni meno duri usati martedì da Luigi Di Maio e Matteo Salvini nei confronti di Mattarella. L’ultima ipotesi porta allo scioglimento delle Camere con voto in piena estate, il 29 luglio.
Governo Cottarelli – Dal Colle, al termine dell’incontro avvenuto martedì tra il presidente della Repubblica e Cottarelli, hanno fatto sapere che l’economista avrebbe semplicemente bisogno di più tempo per approfondire alcuni nodi legati ai nomi della squadra di Palazzo Chigi. E’ lo stesso presidente del Consiglio incaricato ad averlo sottolineato: “Stiamo approfondendo alcune questioni sulla lista dei ministri”. Trovare persone disposte a sedersi sulla poltrona di un ministero per poche settimane non è facile. Senza dimenticare le difficoltà per individuare con quali procedure procrastinare lo scioglimento delle Camere di qualche settimana, con un governo sfiduciato, per consentire un voto dopo agosto come annunciato ieri da Cottarelli. Il Quirinale ha smentito le voci secondo cui il premier incaricato sarebbe pronto a rimettere il mandato nelle mani di Mattarella ma il “governo tecnico” potrebbe non ricevere la fiducia in Aula.
M5s-Lega bis – Le ultime indiscrezioni raccolte vedono il ritorno della possibilità di un “governo politico” M5s-Lega. Ci sarebbe anche stato un incontro tra Di Maio e Salvini per ribadire l’intesa e fare muro al tecnico Cottarelli: si tratterebbe dell’ultimo tentativo per uscire dall’impasse attuale e scongiurare un voto anticipato. I contatti tra le due forze politiche sarebbero costanti e, secondo quanto riferito all’Adnkronos da fonti parlamentari M5s, si starebbe lavorando alla riproposizione dello schema (già sottoposto al Quirinale) che vede il prof. Giuseppe Conte nelle vesti di premier di un governo politico sostenuto da M5S e Lega, ma, ovviamente, senza Paolo Savona all’Economia. Al momento si tratterebbe di una speranza coltivata in casa 5 Stelle e confermata dalle parole di Di Maio a Napoli, che ha frenato sull’impeachment e si è detto pronto a “collaborare col Capo dello Stato” per trovare una soluzione alla crisi.
Voto in piena estate – Nella giornata di martedì hanno iniziato a rincorrersi le voci di un precipitare della situazione, di una possibile rinuncia dell’ex commissario alla spending review e di un ritorno alle urne in piena estate, il 29 luglio, corroborate da una propensione al voto immediato manifestata anche dal Pd. “Se c’è l’accordo si può fare – aveva commentato il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci . Evidentemente dopo la fiducia deve esserci lo scioglimento delle Camere, se si vuole arrivare al voto entro la fine di luglio” e per gli elettori esteri “il governo può fare un decreto”. Ipotesi avvalorata anche dal leader del M5s. “Voto a luglio? Per me va bene, bisogna votare il prima possibile”, aveva sostenuto Di Maio, parlando con i giornalisti prima di lasciare la Camera.
TGCOM