Governo, la soluzione del rebus entro stasera: esecutivo politico o elezioni ma in autunno
CLAUDIO TITO
Carlo Cottarelli aspetta, Sergio Mattarella aspetta. Attendono una risposta da Matteo Salvini, per capire se esiste ancora la possibilità di dare un governo politico all’Italia. Il Movimento 5 Stelle anche questa mattina ha detto di crederci, tornerebbe volentieri sull’ipotesi Conte, togliendo Paolo Savona dalla casella del Tesoro e sostituendolo con un nome rassicurante. Uno nome come quello di Pierluigi Ciocca, economista in passato ai vertici della Banca d’Italia. Troppe le tensioni internazionali, dunque, per tornare a giocare con il fuoco. Sulla soluzione “politica”, però, c’è ancora il freno a mano tirato della Lega, sempre più tentata dalle urne.
L’attesa del presidente della Repubblica ha comunque un termine. Il tempo scadrà prima di cena, a quel punto il Quirinale deciderà se ha fondamento il tentativo politico o se dovrà sciogliere le Camere per tornare al voto.
Ma rispetto a ieri c’è una novità: la Lega – decisa al voto subito – si è resa conto che andare alle urne alla fine di luglio sarebbe una scelta senza precedenti e controproducente per lo stesso Carroccio (va tenuto presente che le città del Nord in quel fine settimana sono ormai deserte). Per questo, pure Salvini inizia ad accettare l’idea di arrivare in modo ordinato ad elezioni all’inizio dell’autunno.
Perché ciò accada c’è però bisogno che il governo Cottarelli possa partire con una fiducia piena e avere almeno un paio di mesi di lavoro davanti. Per sciogliere poi la legislatura alla fine di luglio o ai primi di agosto. Una soluzione su cui gli ambasciatori leghisti si mostrano più disponibili. Stanno addirittura ragionando sulla possibilità di un’astensione o sull’uscita dall’aula al momento della fiducia. Insomma, i leghisti non voterebbero contro. I Cinque Stelle, invece, sarebbero ancora orientati per una chiara dichiarazione di sfiducia e questo renderebbe impossibile l’astensione leghista, ma impedirebbe pure il voto favorevole di Pd e Forza Italia.
Nessuno si vuole assumere la responsabilità del governo tecnico offrendo la possibilità a un altro partito di poter propagandare il suo no ai “tecnici”. Entrambi i nodi vanno sciolti prima di sera. Ma uno spiraglio per il governo Cottarelli si è aperto.
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