Europarlamento, le spese d’oro di Salvini e Le Pen: cene da 400 euro a testa a Parigi
Sotto la lente le spese del gruppo parlamentare Europa delle Nazioni e della Libertà (Enl) dell’Europarlamento, a cui appartengono il Front national francese di Marine Le Pen e la Lega di Matteo Salvini. Gli eurodeputati potrebbero dover rimborsare oltre 427mila euro che erano stati versati dal Parlamento europeo per coprire i costi operativi. Ma il Bureau dell’Europarlamento, a cui spetta la decisione definitiva sull’ammontare da restituire, in un incontro a porte chiuse che si è tenuto lunedì sera ha deciso di dare loro un’ultima possibilità di giustificarsi formulando “dichiarazioni scritte”, si legge nel documento della riunione di cui AFP ha preso visione. La scadenza imposta sarebbe la metà di giugno.
A far discutere, in particolare, sono nuovi dettagli dell’uso che del denaro è stato fatto, svelati dal settimanale satirico Canard Enchaîné. Si parla per esempio di una cena di Marine Le Pen e Matteo Salvini a Parigi al ristorante Pavillon Ledoyen, vicino agli Champs-Élysées, motivata con ragioni di “diplomazia”, in cui avrebbero pagato 401 euro a persona. Fra le spese elencate nel documento di revisione effettuata dal Bureau, che AFP ha potuto consultare, compaiono: una cena di Natale per 140 persone con un conto complessivo di oltre 13.500 euro; un centinaio di regali di Natale da più di 100 euro; e circa 230 bottiglie di champagne, sei delle quali di un valore di oltre 81 euro. Si parla poi di un pasto con degli “industriali” nel ristorante parigino L’Ambroisie, da 449 euro a testa.
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Il gruppo Enl è composto da 36 eurodeputati, più della metà dei quali membri del Front national, ma ne fanno parte anche Salvini, esponenti del partito olandese di Geert Wilders Pvv, nonché del partito austriaco di estrema destra FPÖ. La notizia delle spese irregolari era già venuta fuori lo scorso 5 marzo: era filtrata infatti una bozza di parere consultivo della commissione per il controllo dei bilanci dell’Europarlamento, svelata dal sito di informazione francese Mediapart e ottenuta da Afp. Una revisione relativa ai conti del 2016, condotta dalla commissione, aveva appunto sollevato dubbi su oltre 400mila euro di spese, portando l’Europarlamento a chiedere “chiarimenti”. In particolare risultavano 38.889 euro di spese non sufficientemente giustificate e 388.278 euro di spese in violazione delle regole relative agli appalti pubblici. Interpellato da AFP, il co-presidente del gruppo Enl Nicolas Bay, del Front national, ha spiegato che per quanto riguarda le norme sugli appalti si tratta “di una interpretazione diversa, rettificata a partire dal 2017” e che per le altre spese il gruppo ha “emanato regole più severe dal 2017”.
La bozza della commissione per il controllo dei bilanci è stata poi trasmessa, appunto, al Bureau dell’Europarlamento, di cui fanno parte il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e i suoi 14 vice-presidenti: è infatti a questo ufficio che spetta la decisione formale della fattura da indirizzare al gruppo Eln, decisione che per il momento è stata rimandata in attesa di ricevere giustificazioni. Nel caso in cui si dovesse optare per il rimborso, il recupero dei fondi non avverrebbe tramite versamenti, bensì tramite una deduzione dal prossimo budget annuale destinato al gruppo, spiegava a marzo una fonte parlamentare.
Ogni anno il Bureau del Parlamento europeo deve convalidare i conti dei diversi gruppi politici: questi ultimi giustificano l’uso di fondi europei che sono stati versati per coprire i costi di funzionamento. Si tratta di fondi differenti rispetto a quelli destinati agli eurodeputati per remunerare i loro assistenti parlamentari; per questi fondi ci sono state delle contestazioni al Front national, con la richiesta a diversi eurodeputati di rimborsi per cosiddetti impieghi fittizi.
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