Lega e M5S trattano. L’ultima chance per fare il governo

FRANCESCA SCHIANCHI

La giornata numero 87 di questa infinita crisi di governo resta in bilico tra le due opzioni del governo «neutrale» voluto dal Presidente della Repubblica per traghettare il Paese al voto e quello politico formato da Lega e Cinque Stelle. Un’ennesima giornata di trattative che si apre con un incontro informale al Colle del premier incaricato Carlo Cottarelli e si chiude con un appello via Facebook di Luigi Di Maio a Matteo Salvini, estremo tentativo di costituire il cosiddetto «governo del Cambiamento».

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Per due volte, alle otto e mezza di mattino e poi ancora nel pomeriggio, l’ex commissario alla spending review a cui il presidente Mattarella ha chiesto di formare un governo sale sul Colle più alto per relazionare con il Capo dello Stato. Ma non scioglie la riserva e tiene in tasca la lista dei ministri già pronta, perché, come trapela dal suo entourage a metà mattinata, «sono emerse nuove possibilità per la nascita di un governo politico». Rispunta la possibilità di un accordo giallo-verde, il Quirinale decide di accordare altro tempo, Cottarelli «attende gli eventuali sviluppi».

 

 

Chi si spende per riprovarci è soprattutto il capo politico dei grillini: accantonati i recenti propositi bellicosi di impeachment per Mattarella, torna al Quirinale e spinge per riprovare a dar vita a un esecutivo che abbia come protagonisti lui e Salvini. Rientrato a Montecitorio, registra dieci minuti di video in cui formula la sua proposta: mantenere nella squadra il professor Paolo Savona, il nome su cui domenica è saltato l’accordo col Quirinale, ma trasferendolo a un altro ministero che non sia quello dell’Economia.

 

 

Per tutta la giornata, la Lega sembra orientata al voto. Ma non il 29 luglio, come potrebbe succedere se Cottarelli andasse con la sua compagine di governo in Aula e fosse sonoramente bocciato e obbligato alle dimissioni: «A fine luglio c’è gente che lavora, gli stagionali, i nonni via coi nipotini», ripete il leader del Carroccio, in giro come una trottola tra piazze e mercati per la campagna elettorale delle amministrative. Da fonti leghiste trapela la disponibilità a «non ostacolare soluzioni rapide per affrontare le emergenze», cioè una non-sfiducia tecnica a Cottarelli per permettere a quell’esecutivo di partire e portarci al voto in autunno.

 

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E sull’ipotesi di riaprire a un governo con Di Maio, Salvini è inizialmente tranchant: «Non siamo al mercato». Eppure, a sera, alla richiesta del grillino di spostare Savona in un altro dicastero, il capo della Lega lascia aperta una possibilità: «Valutiamo quanto questo spostamento sia utile agli italiani». Oggi è un altro giorno di trattative.

LA STAMPA

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