Festa M5s, Di Maio: “Da oggi lo Stato siamo noi”. Grillo: “Con il Jobs Act è stata legalizzata povertà”

di ALBERTO CUSTODERO

ROMA – Quando Luigi Di Maio inizia il comizio parte l’Inno di Mameli. Poi presenta Sergio Bramini, l’imprenditore fallito perchè lo Stato non lo aveva pagato. “Sergio sarà da lunedì esperto del ministero dello Sviluppo economico per la riforma del jobs act, che aiuterà tutti gli imprenditori di questo Paese che lo Stato ha massacrato. Ma oggi lo Stato siamo noi”. Di Maio è intervenuto sul palco in piazza della Bocca della Verità per la manifestazione indetta inizialmente per protestare contro il “no” del Colle al governo e poi trasformata, con lo sblocco dell’impasse, nella “festa del governo del cambiamento”. È l’atto conclusivo di una giornata che aveva visto il neo-vicepremier presentarsi al ministero dello Sviluppo economico con un video nel quale, oltre al tema della precarietà, si concentrava su quello delle pensioni annunciando di voler “applicare la quota 100 per superare la Fornero”.

Governo, Grillo suona campanella in piazza: “Un mondo se ne va”

Alla festa 5s, l’intervento di chiusura è invece di Beppe Grillo, che suona una campanella dicendo: “Un mondo se ne sta andando da un mondo che, arrancando, sta arrivando”. Quindi scherzando (e tornando comico): “Con chi farò satira ora, dovrò prendere per il c… i nostri? Probabilmente sì, nessuno dovrà essere immune”. “Io – aggiunge – una cosa così non me la sarei mai aspettata perchè, in realtà, io scherzavo”. Quindi, ritornato serio: “Con il Jobs Act abbiamo legalizzato la povertà”.

Governo, Grillo: “Con il Jobs Act si è legalizzata la povertà”

Il discorso più atteso quello di Di Maio, applauditissimo, che ha presentato alcuni ministri del governo Conte. “Ieri è nata la terza Repubblica che festeggiamo oggi 2 Giugno – annuncia Di Maio – Nella terza Repubblica i politici fanno un passo indietro, i cittadini un passo in avanti. Adesso inizia il bello, inizia il cambiamento”. Di Maio presenta il ministro dell’Ambiente, il generale Sergio Costa: “L’ambiente prima di tutto”, è la sua linea politica. Poi è la volta del ministro della Sanità, Giulia Grillo, che vuole portare nel suo settore “merito e trasparenza” e “porre fine ai raccomandati”: “Ho un milione di cose in testa da fare – ha detto – ma partirò dalle piccole cose che servono a tutti per vivere meglio”. Interviene il ministro del Mezzogiorno, Barbara Lezzi. “Ora abbiamo il potere per spostare gli ostacoli e raggiungere gli obiettivi. Non vogliamo un Nord e un Sud ma aiutare il Sud perchè non stia con il cappello in mano per il reddito di cittadinanza”.

Festa M5S, bagno di folla per Di Maio: i militanti lo acclamano come una rockstar

Parla il ministro del Mibact, Alberto Bonisoli: “Dobbiamo trattare il nostro patrimonio nel modo più gentile ed efficace. Abbiamo bisogno di più soldi, dobbiamo spendere di più. Dobbiamo assumere, non usare i precari. Prima o poi ci sarà un ministero del Turismo”. Poi il ministro della Difesa Elisabetta Trenta. “Discontinuità con il passato – dice – il taglio degli stipendi dei militari non fa parte del programma. L’unica spending review riguarda gli sprechi di risorse e la cattiva gestione. Taglieremo le spese inutili. Nessuno dica che i militari stanno in caserma a giocare a carte. Ammoderneremo le Forze Armate”.

Poi ancora il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: “Non solo giustizia, ma onestà: nel contratto c’è un messaggio ai corrotti e agli onesti. La Giustizia come dice la Costituzione è amministrata nel nome del popolo”. Infine il ministro dei Rapporti con il Parlamento e della Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro. “Il ministero della Democrazia diretta dicono che è incostituzionale, ma è il nostro sogno che si realizza. Toglieremo il quorum del referendum, e approveremo la legge di iniziativa popolare senza quorum. Elimineremo i vitalizi: la delibera è pronta, sul tavolo del presidente della Camera Roberto Fico“.

Prima degli esponenti grillini del governo e del fondatore, avevano parlato la sindaca di Roma, la vicepresidente del Senato e Davide Casaleggio. “Nel contratto di Governo – aveva chiarito Virginia Raggi – c’è un intero capitolo su Roma Capitale. Se io ho bisogno di soldi per l’Atac e i mezzi di trasporto, io voglio parlare direttamente con lo Stato, non voglio passare dalla Regione che me li dà se e quanti ne vuole”. La vicepresidente del Senato, Paola Taverna, ha salutato in piazza “i 300 parlamentari che abbiamo portato nelle istituzioni”. “Il voto degli italiani conta contro i mercati e contro tutti quelli che volevano farci cambiare questa realtà”, tuona poi riferendosi al momento in cui Conte, di fronte al no di Sergio Mattarella a Paolo Savona all’Economia, aveva rinunciato all’incarico. “Se questa è una Repubblica parlamentare – ha concluso – l’unico sovrano è il popolo”.

Davide Casaleggio – proprietario e presidente della Casaleggio Associati e dell’Associazione Rousseau – sale sul palco e legge un discorso. “Tutte le volte che ci hanno detto ‘siete destinati a sparire’ – ha esordito – li abbiamo ignorati. Quando ci hanno detto ‘inseguite utopie’ noi abbiamo pensato che non c’è altro da inseguire. Chi nel mondo ci guarda e ci chiede come abbiamo fatto…la verità è che abbiamo iniziato per combattere una ingiustizia e difendere una persona che il sistema mediatico aveva deciso di allontanare, allora ciò che sembrava impossibile è diventata possibile”. “La Rete è stata la nostra opportunità, mio padre diceva che con significato, volontà e immaginazione si sarebbe potuta creare una nuova realtà, prima impossibile”. “Oggi – è il suo omaggio al padre – una stella in cielo brilla più delle altre”.

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