Il nuovo governo alla prova del dossier Ilva. Martedì incontro Arcelor Mittal-sindacati
Il caso Ilva potrebbe fare irruzione nell’agenda del “governo del cambiamento” più velocemente del previsto. Già martedì 5 giugno, mentre l’esecutivo chiederà la fiducia in Senato, potrebbe svolgersi un incontro tra Arcelor Mittal e sindacati, in una sede neutra. Il condizionale è d’obbligo, perché finora solo la Fim Cisl sembra spingere sull’acceleratore per tornare al tavolo. Fiom e Uilm hanno già fatto sapere che, in assenza di novità sostanziali, sarebbe inutile rivedersi. Tra stasera e domani, tuttavia, sono in vista contatti informali tra le diverse sigle sindacali, che potrebbero scongelare la situazione.
Se davvero il dossier ripartirà, non sarà facile per il neoministro Luigi Di Maio giocare il ruolo “di lotta e di governo” interpretato finora. Non è un mistero che alcuni sindacati di base hanno puntato sullo stop alle trattative con il ministro Carlo Calenda, proprio in attesa dell’ascesa di un nuovo esecutivo. Ci si aspetta il riassorbimento di tutti gli occupati, e che siano garantiti criteri ambientali più stringenti. In ogni caso sarà difficile continuare a sostenere la chiusura e riconversione dell’impianto di Taranto, come predicavano i grillini in campagna elettorale.
Tema scomparso poi nel contratto di governo. In gioco ci sono 20mila posti di lavoro in Puglia (incluso l’indotto) e l’economia del sud, (oltre che di tutta l’Italia, vista la strategicità della produzione di acciaio): materiale incandescente per la formazione pentastellata. E vero punto di conflitto con gli alleati della Lega, che puntano alla produzione sia come sia.
Sicuramente si ripartirà da dove si è arrivati all’ultima riunione in sede ministeriale. Ovvero, 10.500 assunzioni (su 14mila dipendenti) di cui 400 da assumere a un anno dall’attività, 2.500 circa destinati alla amministrazione straordinaria e una parte da gestire con gli esodi incentivati. Questo era il piano considerato non sufficiente per i sindacati, che puntano a trovare una soluzione per ciascun lavoratore. Tra poche ore vedremo se il nuovo esecutivo starà prima a guardare lasciando fare le parti da sole (martedì in effetti non avrebbe ancora la fiducia), per entrare in campo più tardi, o se accelererà i tempi. Il clima interno nel frattempo si è surriscaldato. La Fiom ligure ha lanciato un altolà alle voci che davano Mittal pronta a entrare già a luglio anche senza accordo sindacale, mentre la segretaria nazionale Francesca Re David ha tenuto il punto: niente esuberi nel piano.
L’UFFPOST