Milano schiacciata da banche e Fca. Il ribaltone politico premia Madrid
–di A. Fontana e S.Arcudi
Dopo la partenza in positivo, Piazza Affari ha azzerato i guadagni nel corso della seduta e ha accelerato i cali nel finale, chiudendo in ribasso dello 0,45%. In attesa del voto di fiducia al nuovo Governo, in calendario per la serata di martedì, l’attenzione degli investitori si è spostata sul fronte aziendale. Il buon andamento delle utility, le migliori del FTSE MIB , è stato annullato dalle vendite su Fiat Chrysler Automobiles (-3,63%) e dai realizzi su alcuni degli istituti di credito, penalizzati da un report di JpMorgan Cazenove. Non ha aiutato l’ulteriore ribasso dello spread, che ha chiuso a 218 punti (sotto i 239 punti della chiusura di venerdì, ma comunque sopra i livelli mantenuti nel periodo post-elettorale). Milano è dunque stata la peggiore in Europa, dove ha spiccato la performance di Madrid (+1,19%), dopo il ribaltone politico che in una settimana ha portato dal Governo Rajoy sostenuto dal Partito popolare a quello Sanchez di stampo socialista. In rialzo anche Parigi (+0,19%), Francoforte (+0,4%) e Londra (sale di circa mezzo punto percentuale). Tornando a Piazza Affari, Fca è in fondo al listino, sulla scia dell’accoglienza tiepida riservata dagli analisti al piano industriale presentato venerdì scorso, e le banche, con Bper (-2,94%) e Banco Bpm (-2,93%) maglia nera. Sul fronte opposto, oltre alle utility, ha brillato Campari (+1,49%), che si è riportata ai massimi da inizio anno.
Utility a passo rapido, in calo i petroliferi
A sostenere Piazza Affari non è dunque bastata l’ottima performance delle utility, trainate da Italgas (+2,79%), a sua volta lanciata da un report positivo di Kepler-Chevreux, in vista della presentazione del piano industriale 2018-2024, il prossimo 13 giugno. A passo rapido anche A2a (+2,42%), Enel (+1,12%), Terna (+1,26%) e Snam Rete Gas (+0,87%). Sul fronte opposto invece le banche, con Ubi Banca schiacciata dal fatto che JpMorgan ha abbassato la raccomandazione da “overweight” a “neutral”. Stessa sorte anche per Intesa Sanpaolo, che però ha chiuso attorno alla parità (-0,02%). Calo tutto sommato contenuto per Unicredit (-0,83%), che era partita in forte rialzo sulla scia delle indiscrezioni riportate dal Financial Times su una possibile aggregazione con Societe Generale e si è sgonfiata nel corso della seduta visto che gli analisti considerano improbabile un’operazione di questo tipo. In ribasso anche Mps (-0,15%). Il ribasso del petrolio mette il freno anche ai petroliferi, con Eni in ribasso dello 0,63% e Saipem che lascia sul campo il 2,72%, sebbene si sia aggiudicata un contratto offshore in Medio Oriente da 1,3 miliardi di dollari.
In buono spolvero Piquadro, bene il debutto di Cellularline
Fuori dal listino principale, a passo rapido Piquadro (+3,39%), che ha acquisito da Richemont il distributore di pelletteria di lusso di qualità Lancel International, e Grifal (+14%), che è sbarcata venerdì in Borsa e ha premuto ulteriormente sull’acceleratore. Bene anche Cellularline (+3,3%, dopo essere arrivata a guadagnare più del 4% durante la seduta): il gruppo del settore degli accessori per smartphone e tablet ha debuttato oggi sull’Aim (è stata la dodicesima business combination di una spac in Borsa Italiana), e Il Sole 24 Ore (+1,67%), che presenta la nuova veste del quotidiano.
Unicredit e SocGen: nuovi rumors su integrazione
In chiaroscuro i bancari dove gli occhi sono puntati sulle indiscrezioni riportate nel week end dal Financial Times sulle valutazioni in corso per una aggregazione tra Unicredit e Societe Generale. Unicredit ha ricordato che l’attuale piano industriale preveda solo operazioni di crescita organica, mentre SocGen ha precisato che nessuna operazione è stata portata all’attenzione del cda. Il gruppo francese ha inoltre annunciato di aver raggiunto un accordo di principio sulla inchiesta Libor con il Dipartimento di Giustizia Usa e con la Commodity Futures Trading Commission e sul caso delle transazioni riguardanti controparti libiche. Sull’aggregazione comunque prevalgono le perplessità tra gli analisti finanziari: l’incertezza della situazione italiana, le regole Ue in materia bancaria ancora a metà del guado e le sinergie limitate, oltre al premio necessario per convincere gli azionisti di SocGen, sembrano essere ostacoli significativi sulla strada di un eventuale accordo.
Banche Italia: per JpMorgan rischi da politica e da spread
Le banche italiane «sono le più esposte agli spread sui titoli sovrani, con un impatto medio negativo del 4,2% sui valori di libro per incrementi di 100 punti base dello spread BTp-Bund e di 50 punti base degli spread spagnoli e portoghesi». Lo rilevano gli analisti di JpMorgan Cazenove, secondo i quali, nonostante i piani convincenti di smaltimento degli Npl e il miglioramento della qualità degli asset, «il costo del capitale è sensibilmente aumentato a causa dell’incertezza politica’ e permangono rischi perché «lo stress del mercato può aumentare rapidamente a seconda di quanto sara’ conflittuale il nuovo governo, in particolare sulla politica fiscale» JpMorgan ha quindi tagliato i target price per i titoli delle banche italiane in media del 13%, per «tenere conto del maggior costo del capitale».
A Parigi ko AccorHotels: valuta ingresso nel capitale di Air France-Klm
AccorHotels valuta di rilevare «una partecipazione minoritaria» nel capitale di Air France-Klm. Si tratta di «riflessioni allo stadio preliminare», secondo un comunicato del gruppo. Les Echos riportava che la partecipazione potrebbe riguardare il 14,3% del capitale che attualmente detiene lo Stato francese. Alla Borsa di Parigi il titolo di Accor ha perso il 6,58%, mentre le azioni dell’aviolinea sono balzate del 5,47% dopo essere arrivate a guadagnare il 7% circa durante la seduta.
In Spagna volano Tlc e utility, a Francoforte vendite su Bayer
Alla Borsa iberica sono andati bene soprattutto i titoli delle telecomunicazioni (Cellnex Telecom +3,19%) e le utility (Gas Natural +2,24%, Enagas +1,78% ed Endesa +1,05%). In aumento anche Societe Generale (+1,2%): più che dalle voci di aggregazione con Unicredit, ha tratto vantaggio dall’accordo trovato con il dipartimento alla Giustizia americano e con altre autorità di Borsa statunitensi sull’inchiesta Libor e sul caso delle transazioni riguardanti le controparti libiche. A Francoforte invece prese di beneficio su Bayer (-0,62%), che prevede di chiudere la fusione con Monsanto entro la settimana. A Londra a brillare in modo particolare sono Easyjet (+3,79%) e Diageo (+1,99%).
Wall Street ancora positiva con dati lavoro
La Borsa Americana è in rialzo e prosegue il trend di venerdì scorso, quando gli investitori avevano brindato a un ottimo rapporto sull’occupazione americana a maggio. Per tutti e tre i principali indici, il mese è finito in rally. Sotto osservazione Apple, una delle blue chip: il colosso tech terrà la sua conferenza annuale dedicata agli sviluppatori nella quale è atteso il debutto di strumenti che permettono a due utenti iPhone di condividere la realtà aumentata. Sul fronte macroeconomico,l’attività aziendale nell’area di New York è rimasta a maggio al di sotto dei massimi del novembre 2006 raggiunti a gennaio. L’Institute for Supply Management ha fatto saper che l’indice che misura la performance del settore è calato a 56,4 punti dai 64,3 punti. Peggio delle stime, invece, gli ordini alle fabbriche, che in aprile sono calati dello 0,8%.
Euro sotto la soglia di 1,17 dollari
Sul fronte valutario l’euro torna sotto la soglia degli 1,17 dollari e si attesta a 1,1689 dollari, contro gli 1,1708 dell’apertura e gli 1,1659 della chiusura di venerdì. La moneta unica è scambiata a 128,174 yen, contro i 128,29 dell’apertura e i 127,72 della chiusura precedente, mentre il cambio dollaro/yen è a 109,654. In discesa i prezzi del petrolio: i future del Wti a luglio scendono dell’1,75% a 64,7 dollari al barile, mentre quelli ad agosto del brent arretrano del 2% a 75,27 dollari, in attesa che l’Opec prenda decisioni sulla produzione.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)