Camera, approvata la fiducia. Conte: “Tratteremo con l’Ue sul nostro debito”. Delrio (Pd): “Studi la Carta, non sia un pupazzo”
di ALBERTO CUSTODERO
ROMA – Dopo aver incassato il via libera di Palazzo Madama con 171 voti favorevoli, il governo guidato da Giuseppe Conte ha ottenuto anche la fiducia della Camera con 350 sì contro 236 no e 35 astenuti. In tutto 4 voti in più rispetto alla base parlamentare. Durante la discussione generale hanno annunciato il loro sì due deputati del Maie, Antonio Tasso e Catello Vitiello, e altrettanto hanno fatto nelle dichiarazioni di voto Salvatore Caiata (Misto ed ex M5S) e Vittorio Sgarbi, in dissenso dal suo gruppo, cioè Fi. Prossimo appuntamento, le Commissioni permanenti dei due rami del Parlamento: i Gruppi dovranno indicarne i rispettivi componenti, starà poi a loro eleggere presidente e ufficio di presidenza di ciascuna commissione. Venerdì e sabato, poi, si terrà il primo impegno internazionale per il premier, con il G7 a La Malbaie in Canada.
Nel suo discorso programmatico il premier non aveva parlato di Sud, Scuola, e Infrastrutture. Alla Camera recupera gli argomenti che erano stati “tralasciati” nell’intervento a Palazzo Madama. Sul tema più delicato, quello su cui vigila il presidente della Repubblica (l’Europa e il debito), il presidente del Consiglio ha ribadito la sua volontà di “negoziare sul fronte della discesa progressiva del debito”. “Bisognerà vedere come arrivarci”, precisa. Il premier ha parlato poi di un “vasto programma di investimenti pubblici infrastrutturali che potrebbe essere attuato e finanziato in deficit senza creare un problema di sostenibilità dei debiti pubblici”.
Non è stato un passaggio facile, quello di Conte a Montecitorio. Nel corso della replica, di fronte alle manifestazioni di dissenso di alcuni deputati dem sulla parte relativa al conflitto di interessi, Conte ha chiesto di non essere interrotto. A questo punto è intervenuto Roberto Fico, contro il quale si sono schierati i deputati Pd Emanuele Fiano e Ivan Scalfarotto, accusando il presidente della Camera di parzialità.
Il premier è stato attaccato da Pd e da Fi. “Conte – ha tuonato Graziano Delrio, capogruppo dem – non venga a parlare in quest’Aula di cose che non conosce, sia umile. Studi, abbia umiltà di studiare, non venga qui a fare lezioni. Non faccia il pupazzo in mano ai partiti, si faccia sentire. Lei ha detto di essere orgoglioso di essere populista, ma stia attento con le parole perché in nome del popolo sono stati commessi genocidi: sto parlando della storia dell’Europa”. Delrio ha poi ripreso Conte che nel suo intervento ha citato il fratello di Sergio Mattarella, assassinato dalla mafia, definendolo “un congiunto” del capo dello Stato. “Piersanti, si chiamava Piersanti”, scandisce l’ex ministro tra la standing ovation dei deputati dem.
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“Signor presidente del Consiglio – ha incalzato la capogruppo forzista Maria Stella Gelmini – la campagna elettorale è finita. Il tempo della propaganda, degli slogan, delle dirette Facebook, degli insulti al Palazzo o alla casta, come la chiamate voi, è finito. Ora il ‘palazzo’ siete voi: tocca a voi dimostrare di avere la capacità di governare questo Paese”. “Ci saremmo aspettati parole di chiarezza in materia di politiche industriali, di infrastrutture, di Mezzogiorno. Avremmo voluto sentire una parola sull’Ilva”. “Abbiamo sentito promesse costose senza attenzioni alle coperture – ha attaccato – questo ci desta un sospetto, una preoccupazione. Non vorremmo che la vostra più che la strada del cambiamento fosse la strada del dissesto dei conti pubblici e che nascondesse magari una bella patrimoniale per gli italiani, per pagare i vostri bonus. Pensiamo che questa superficialità nel guardare alle coperture ci esponga in Europa”.
Ilarità (inevitabile) in Aula durante la dichiarazione di voto, provocatoria, di Vittorio Sgarbi. “Il discorso di Conte – ha affermato il critico d’arte – ha evidenziato un conflitto costituzionale chiarissimo. Il premier non è stato incaricato dal presidente Mattarella, ma da Luigi Di Maio e Matteo Salvini, dopo che Salvini era stato incaricato da Silvio Berlusconi. Si può dire che Salvini è un Bersani riuscito. Voglio vedere quante persone del M5s voteranno il programma contenuto nel discorso estremista del leghista Molteni“. “Dove c’è il disordine – ha concluso – io prospero e quindi voterò la fiducia per assistere al vostro declino”.
• LA GAFFE DI CONTE SULLA “PRESUNZIONE DI COLPEVOLEZZA”
“È pur vero che si è presentato come avvocato dei cittadini ma non vorremmo che con il suo governo gli italiani diventassero presunti colpevoli. E vogliamo immaginare sia stato un lapsus legato all’emozione: lei non ha parlato di presunzione di innocenza ma ‘di colpevolezza’”. Così Gelmini ha attaccato Conte che nel suo intervento poco prima aveva spiegato di voler riformare la giustizia nel rispetto, tra l’altro, “dei principi costituzionali di presunzione di colpevolezza” omettendo dunque il “non”.
• MARTINA, SEGRETARIO DEM: “NO A CONDONO MASCHERATO”
E nell’aula della Camera questa mattina appassionato l’intervento del deputato e segretario reggente del Pd Maurizio Martina: “Se deciderete di presentare un condono mascherato noi vi daremo battaglia. Se deciderete di discriminare per nascita i bambini negli asili, noi vi daremo battaglia. Se deciderete di fare una controriforma fiscale dove chi ha di più paga di meno, noi vi daremo battaglia”. E attacca: “ll vostro non è un progetto per il futuro del Paese, serve solo a voi per stare insieme. Noi saremo l’alternativa, l’alternativa popolare, l’alternativa sociale”.
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• I PUNTI PROGRAMMATICI DEL PREMIER
“La corruzione? L’Anac lavori meglio”. Il premier interviene anche sul tema dell’efficacia dell’azione dell’Autorità anti-corruzione guidata da Raffaele Cantone. “Ho lanciato l’idea di valutare bene il ruolo dell’Anac che non va depotenziato. In questo momento però non abbiamo i risultati che ci attendevamo e forse avevamo investito troppo. Possiamo valorizzare Anac anche in prospettiva di prevenzione e rafforzare la fase di prevenzione, in modo di avere una sorta di certificazione anticipata degli amministratori pubblici per poter procedere alle gare più speditamente”.
Il reddito di cittadinanza e la Buona Scuola. Sul cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, il premier precisa: “Capisco che sul reddito di cittadinanza ci possano essere valutazioni opposte ma tengo a precisare che il reddito di cittadinanza non sarà concepito come una misura assistenziale, lo abbiamo concepito come un sostegno per il reinserimento lavorativo. Cercheremo di progettare questa misura in modo molto oculato, in modo molto articolato”. E sulla Buona Scuola: “Noi non arriviamo per stravolgere”, dice Conte. “Questo vale anche per la buona scuola. Ci sono delle criticità su cui intendiamo intervenire”.
La Flat Tax. Avrà “un sistema di aliquote, per recuperare in qualche modo i criteri di progressività” come previsto dalla Costituzione, e “la no tax area”. Così Conte. “Credo che possiamo essere tutti d’accordo” sul fatto che “il sistema fiscale tributario oggi in Italia lascia molto a desiderare. C’è da operare una riforma” e “confidiamo quanto prima di portare un progetto”, sottolinea il presidente del Consiglio.
La giustizia. Per Conte, il tema principale è quello della diseguaglianza e della dignità della persona: “Oggi chi può permettersi delle difese articolate riesce a difendere le proprie ragioni. Basta considerare le statistiche. Ci sono dei margini di intervento che riguardano anche i detenuti che non devono vivere al di sotto della dignità”, ha spiegato. “Tutti i cittadini devono essere trattati allo stesso modo. Il sistema deve essere certo e dobbiamo attrarre gli investitori stranieri”.
Il conflitto d’interesse e lo scontro con il Pd. Il premier Giuseppe Conte accenna al conflitto di interessi, si alzano dei mormorii nell’aula di Montecitorio e il presidente del Consiglio replica: “Voi che protestate è evidente che avete i vostri conflitti di interessi”. Scoppia un boato tra i banchi del Pd. Insorgono, tra gli altri Graziano Delrio, Ivan Scalfarotto, Emanuele Fiano, Luigi Marattin. Il presidente Roberto Fico richiama all’ordine.
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