La strategia di Savona
Roma, 7 giugno 2018 – Ora che il governo è nella pienezza delle sue funzioni, vale la pena di puntualizzare le idee di Paolo Savona che è una delle personalità di spicco del Gabinetto. Savona, che è un economista di grande valore ed ha scritto molti articoli e libri sull’Europa e sull’euro. Ciò che pensa è spiegato bene in un libro edito in questi giorni da Rubbettino («Come un incubo e come un sogno»). Da qui si può partire per comprendere l’indirizzo che vorrà dare alla politica europea del governo.
«Non ho mai chiesto di uscire dall’euro», è il primo punto fermo contro le deformazioni polemiche di questi giorni. Ma questo non vuol dire che la moneta unica non può essere analizzata e messa in discussione. Ed è il secondo punto fermo. Lo stesso Carlo Azeglio Ciampi, il cui europeismo era indiscutibile, diceva che l’unione monetaria era «zoppa» e cioè che se non la si modificava essa avrebbe accentuato le distanze fra le regioni forti e le regioni deboli dell’euro-area. Come è avvenuto. Se è così, bisogna negoziare il cambiamento delle regole e i Paesi dell’Unione debbono sapere che non possono solo dire dei no. Ecco che cosa significa un piano alternativo.
La forza della posizione di Savona – ed è quello che preoccupa molti in Europa – è che egli non chiede cose diverse non previste nei Trattati: chiede che l’Unione Monetaria rispetti l’articolo 3 del Trattato di Lisbona, rispetti cioè la Costituzione europea. Dice l’articolo: «L’Unione si adopera per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi; su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva che mira alla piena occupazione e al progresso sociale… Essa promuove la coesione economica sociale territoriale e la solidarietà fra gli Stati membri». Qualcuno può sostenere in Europa che l’euro abbia funzionato in modo da realizzare il dettato di questo articolo? Che ci sia stata e ci sia la solidarietà? Dunque le proposte che l’Italia avanzerà sono in linea con la Costituzione europea fino ad oggi non rispettata. E con quale atteggiamento deve andare l’Italia in Europa? «Ritengo – scrive Savona – che uscire dall’euro comporti difficoltà altrettanto gravi di quelle che abbiamo sperimentato e sperimenteremo per restare».
In altre parole, l’Italia che vuole negoziare duramente con l’Europa e con la Germania deve avere programmi e prendere impegni seri. Savona sa che questa è la posta in gioco. Lo sanno il governo e la maggioranza?
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