Di Maio ai commercianti: “L’Iva non aumenterà, via spesometro e redditometro”
Ci ha messo pochi minuti, il vicepremier e ministro di Sviluppo e Lavoro Luigi Di Maio a sedurre la platea dei commercianti aderenti a Confcommercio. Interrotto quindici volte da applausi a scena aperta, il leader di M5S, intervenuto per circa venti minuti all’assemblea dopo il presidente Carlo Sangalli, ha conquistato il pubblico con l’annuncio che l’aumento dell’Iva non ci sarà. “Avete la mia parola qui a Confcommercio – ha detto – che l’Iva non aumenterà e le clausole di salvaguardia saranno disinnescate”. Una vera e propria ovazione.
Applausi che sono continuati fragorosamente quando poi Di Maio ha affermato che molte delle misure varate in questi anni per cercare di contrastare l’evasione fiscale saranno abolite o depotenziate. “Sono state fatte delle norme antievasione che però rendono tutto troppo complicato e trattano tutti come fossero evasori, finiscono col perseguitare i cittadini che le tasse le hanno sempre pagate. Non credo a spesometro, redditometro o split-payment: sono strumenti che dovevano servire a punire i disonesti e premiare gli onesti, ma in realtà si impiegano ancora 100 giorni l’anno per tutti gli adempimenti, rendendo schiavi quelli che producono valore”, ha detto il ministro. Al loro posto agirà un sistema che “inverte l’onere della prova, che deve essere a carico dello Stato”, e funzionerà “incrociando le banche dati della Pubblica amministrazione. Perché siete tutti onesti, ed è onere dello Stato provare il contrario”.
In realtà, a dire il vero, redditometro e spesometro sono proprio questo: sistemi automatici con cui lo Stato utilizza le sue banche dati e chiede conto ai contribuenti di discrepanze tra quanto emerso e quanto dichiarato. Detto che le politiche fiscali sono materia del ministro dell’Economia Giovanni Tria, resta da vedere gli effetti sul gettito di misure come queste.
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Un’alleanza con i commercianti
Resta il fatto che oggi il trasparente disegno di Di Maio era quello di siglare una specie di alleanza con il settore del commercio. Ha ricordato che suo padre era un piccolo negoziante, ha detto che “non bisogna bombardare i cittadini di leggi, perché ce ne sono già troppe”. Ha negato che il governo sia contrario alle infrastrutture, e ha promesso di semplificare prima possibile le norme sugli appalti, “diventate così complicate che scoraggiano dal fare l’opera. Credo nell’esempio delle istituzioni: se si comportano in modo corretto ed etico anche i cittadini si comporteranno in modo corretto ed etico”. In tema di conti pubblici il vicepremier ha spiegato di volere aprire un negoziato con Bruxelles.”Ci teniamo alla tenuta dei conti, ma se vogliamo portare avanti dei progetti economici dobbiamo contrattare con Europa le condizioni che l’Italia non può più sostenere, dicendo anche dei no”.
Lavoro, precariato e contratti
Di rilievo anche l’accenno al tema del lavoro più precario. “Per tutta la generazione di lavoratori fuori dalla contrattazione nazionale – ha affermato Di Maio – va garantito almeno un salario minimo, almeno fino a che non si arriva alla contrattazione”, ha detto. “Il lavoro nobilita l’uomo fino a che ti dà la soddisfazione di arrivare a fine mese” e invece siamo in un momento in cui “si cerca di lavorare pur guadagnando zero”. Insomma, “capisco che il salario minimo è una questione che preoccupa, ma serve per la generazione che è fuori dalla contrattazione collettiva. La contrattazione collettiva ha degli attori che stabiliscono le regole, ma ai giovani fuori dai contratti va garantito un salario minimo perché sono arrivati al punto che pur di lavorare lavorano senza guadagnare. Il salario minimo va in quella direzione ed è la direzione che riguarda tutta l’Europa”.
Il caso Nato
Prima di intervenire all’assemblea di Confcommercio, Di Maio ha fatto visita allo stabilimento Leonardo di Pomigliano d’Arco (Napoli), dicendo che: «questo non sarà un governo supino alle volontà degli altri governi». E chiarendo che «l’Italia storicamente ha avuto una funzione nell’ambito dell’alleanza occidentale, nell’ambito della Nato, di essere un Paese che dialogava con i Paesi dell’est». «Abbiamo sempre dialogato con Paesi come la Russia – ha spiegato – ma anche con Paesi del Mediterraneo, come del Nord Africa, che ci permetteranno anche di risolvere il problema dei flussi migratori».
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