Governo, il Pd presenta una proposta di legge sul conflitto d’interessi: nel mirino la Casaleggio
di GIOVANNA CASADIO
ANCHE LA “CASALEGGIO” e Associati sotto osservazione, ma più in generale sul conflitto di interessi va aperta subito la discussione a Montecitorio. Parte da qui il contrattacco del Pd, che ha ripresentato ieri la proposta di legge sul conflitto di interessi, già approvata nel febbraio del 2016 alla Camera ma poi naufragata. Testo uguale però da ampliare, a quanto viene annunciato, con alcuni punti sul rapporto tra la piattaforma Rousseau, cuore politico dei 5Stelle, e la società di Casaleggio.
Una accelerazione che viene dopo lo scontro in aula mercoledì, durante la fiducia a Montecitorio. Le parole del premier Conte avevano infiammato l’opposizione. Introducendo il tema “conflitto d’interessi-vexata quaestio”, il premier si era sfogato rivolto ai deputati: “Vedete, anche i vostri interventi che sono volti a interrompere il mio discorso, dimostrano che ciascuno ha il suo conflitto o che pensa di avere il proprio conflitto…”. Ed era scoppiato il finimondo. Proprio Fiano, così come Ivan Scalfarotto, si erano sentiti “ingiuriosamente” chiamati in causa, essendo stati sempre in prima linea nel sollevare il conflitto d’interessi. “Inaccettabile”: avevano gridato. Mentre dagli scranni del Pd, come da quelli di Forza Italia, partivano urla di “Casaleggio, Casaleggio”.
Governo, Conte parla del conflitto di interessi e il Pd insorge
Poche ore dopo, si passa dalle parole ai fatti. I Dem mettono sul tavolo il testo e Fiano, che ne era stato primo firmatario già nella passata legislatura, avverte: “Siccome Conte ci ha accusati ingiuriosamente che noi l’avremmo interrotto per un problema di conflitto d’interessi, la nostra risposta è un testo sul conflitto d’interessi. Noi siamo pronti, ci facciano vedere loro, i 5Stelle e i leghist,i se lo sono”. Aggiunge che, per regolamento, la legge dovrebbe essere messa in calendario con corsia veloce.
Per dire come la questione del conflitto d’interessi sia scottante, una risposta arriva anche ieri da Pier Silvio Berlusconi, l’amministrator delegato di Mediaset e figlio di Silvio. Che ammette “sì, ho sentito, come poche volte, parlare di conflitti d’interesse e non solo di uno, in modo non ideologico. Ben venga una legge se riguarda tutti i conflitti di interessi. Non temo contraccolpi”.
Governo, Pier Silvio Berlusconi: “Bene legge su conflitto d’interesse se riguarda tutti e senza ideologie”
La legge dei Dem rivede la normativa Frattini del 2004, allargando anche ai parlamentari gli ambiti di applicazione, ma soprattutto punta sull’intervento preventivo più che sul controllo successivo degli atti da parte dell’Autorità Antitrust. Include il “blind trust” e anche il decadimento dalla carica. Prevede l’obbligo di dichiarare i propri interessi (patrimonio, attività di impresa) sia da parte del titolare della carica sia da parte del coniuge, dei parenti entro il secondo grado e del convivente. Se si mente, le sanzioni sono non solo le multe da 5 a 50 mila euro ma fino a un anno di carcere.
Il Pd per ora è cauto sugli emendamenti su piattaforma Rousseau, organizzazione del M5Stelle e la “Casaleggio”, per evitare di incorrere in scivoloni con conseguenti accuse di calunnia. Però l’attacco di Conte non l’hanno fatto passare.
Il cuore della legge sono l’articolo 4 in cui è scritto: “Ai fini della presente legge sussiste conflitto d’interesse in tutti i casi in cui il titolare di una carica di governo sia titolare di un interesse economico privato tale da condizionare l’esercizio delle funzioni pubbliche ad esso attribuite o da alterare le regole di mercato relative alla libera concorrenza”. Nell’articolo 6 poi, tutte le incompatibilità per le cariche pubbliche.
Rispetto alla passata legislatura, sembra passata una era. Allora il relatore dem Francesco Sanna, nell’intervento in aula, aveva ricordato la frase di Beniamino Andreatta rivolta nel 1994 a Silvio Berlusconi. “Lei chiede per sé gli stessi diritti del cittadino comune. Ma lei non è un cittadino comune…”. Ora si passano al setaccio i 5Stelle. I grillini dal canto loro rilanciano e Paola Taverna assicura che sono sulle barricate: “Per noi il conflitto di interessi è un virus che per troppo tempo ha infettato qualunque azione che riguardasse la Pubblica amministrazione. Noi abbiamo deciso di estenderlo, anche se non ci sono interessi economici, non ci deve essere proprio più nemmeno l’ombra di compartecipazioni tra pubblico e privato”.
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