Spagna, ultimi preparativi per accogliere la nave Aquarius. E nel Paese è gara di solidarietà
di ALESSANDRO OPPES
Poche ore per mettere a punto gli ultimi dettagli, ma Valencia è già quasi pronta. In attesa di sapere quando, e in che modo la nave Aquarius potrà raggiungere la costa spagnola, nel porto del Mediterraneo si succedono le riunioni operative tra amministratori locali e operatori umanitari. Per questo pomeriggio il Consell – la giunta regionale – ha convocato la commissione mista “per l’assistenza e l’accoglienza alle persone rifugiate e sfollate forzosamente”, un vertice in cui le Ong metteranno a disposizione tutti gli strumenti per favorire uno sbarco in condizioni di sicurezza.
Sarà la Croce Rossa a gestire il dispositivo di prima accoglienza, in coordinamento con Caritas, Unhcr e altre organizzazioni tra cui spicca la Commissione spagnola per l’aiuto ai rifugiati. L’operazione viene preparata in stretto coordinamento con i principali Comuni della Regione, con le amministrazioni provinciali e gli assessorati alla Sanità, Educazione e Uguaglianza. I volontari della Croce Rossa stanno già “preparando letti, alimenti e tutto ciò di cui ci possa essere bisogno al momento dello sbarco”, spiega la vice-presidente regionale Mónica Oltra, leader del partito locale Compromís, vicino a Podemos, da sempre in prima linea nella difesa di una politica solidale. E’ stata proprio Oltra, insieme al sindaco di Valencia, Joan Ribó (militante della stessa formazione) a lanciare per prima, ieri, la proposta di aprire il porto della città all’accoglienza. “Non possiamo permettere – dice a Repubblica – che il Mediterraneo, da sempre un ponte tra persone e culture, si trasformi in una fossa comune della vergogna”.
Il meccanismo per offrire ospitalità ai migranti è pronto da tempo, ma finora non era stato possibile metterlo in pratica. Oltra ricorda che già nel 2015, in un’altra situazione di emergenza, Valencia ottenne la disponibilità di una compagnia di navigazione, Balearia, a raccogliere e trasportare i migranti dalla Grecia fino alla Spagna. Ma gli amministratori si scontrarono con il veto del governo conservatore di Mariano Rajoy. Una situazione che è cambiata con il recente arrivo al governo centrale del socialista Pedro Sánchez. Il gesto del nuovo premier è stato accolto positivamente dalla maggior parte delle forze politiche. “Non è una questione di buonismo o generosità ma di responsabilità internazionale”, dice in un’intervista alla Cadena Ser la neo-ministra della Giustizia, Dolores Delgado. Che avverte: “Ci possono essere responsabilità penali internazionali per la violazione dei trattati sui diritti umani”.
Per la gestione delle emergenze future, la portavoce spagnola dell’Unhcr ricorda che “negli ultimi due anni abbiamo osservato un incremento nel numero di arrivi che non è stato accompagnato da un incremento proporzionale di risorse”. In queste ore, però, si pensa soprattutto a risolvere le necessità dei migranti dell’Aquarius. Valencia dispone di 204 posti riservati all’accoglienza (anche se alcuni, al momento, non sarebbero disponibili). In caso di necessità, comunque, c’è una gara della solidarietà che vede pronte anche altre città spagnole. “Siamo disponibili ad accogliere 20 famiglie, fino a un massimo di 100 persone”, ha twittato questa mattina la sindaca di Madrid, Manuela Carmena.
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