Savona: “L’euro è indispensabile, ma l’Ue va perfezionata”

nicola lillo
roma

«L’euro non solo ha aspetti positivi, ma è indispensabile: se vuoi un mercato unico devi avere una moneta unica. La costruzione però è limitata, va perfezionata». E’ la prima uscita pubblica per Paolo Savona dopo le ultime difficili settimane che lo hanno visto al centro dell’attenzione e le sue sono frasi che non ti aspetti. Tanto che anche Matteo Salvini ammette, quasi senza parole: «Stimo così tanto Savona che mi fido».

Il neo ministro degli Affari europei, controverso economista su cui il presidente della Repubblica ha messo un veto per il ministero dell’Economia e su cui è rischiata di saltare l’ipotesi di formare un governo Lega-M5S, parla davanti alla stampa estera per presentare il suo ultimo libro «Come un incubo e come un sogno». Tutti, soprattutto i giornalisti tedeschi, sono in attesa di parole di rassicurazione per il futuro dell’Italia in Europa e nell’euro. E lui – il ministro più discusso del governo, che in alcuni studi aveva avanzato l’idea di un piano B per uscire dalla moneta unica ideando un progetto per farlo nel giro di un fine settimane, agitando i mercati e facendo schizzare lo spread – scandisce: «Non esiste un piano B. Non ho mai chiesto di uscire dall’euro. Quante volte devo ripeterlo? E’ chiara la mia posizione».

Nel suo libro però è altrettanto chiara la sua tesi, per cui il paese dovrebbe avere un eventuale progetto per abbandonare l’eurozona. Adesso però il ministro riconosce di avere un ruolo pubblico e di non poter più teorizzare o ideare piani economici di uscita. «Capisco che la stampa aspetta informazioni – spiega Savona – io le darò quando il governo avrà assunto un orientamento preciso su come comportarsi. Posso rappresentare non le mie idee personali che sono nel libro, ma le idee del governo di cui faccio parte. Mi dedicate comunque un’attenzione sproporzionata, provo disagio».

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Il professore sardo, col suo carattere tagliente, non si sottrae alle domande dei giornalisti, con cui ha anche dei battibecchi («Non devo rassicurare io l’Europa, è la stampa che deve farlo. Il problema lo avete creato voi»). E nel corso di quasi due ore di incontro lascia intendere anche l’idea che il progetto di riforma europeo portato avanti dal presidente francese Emmanuel Macron, sull’accordo bancario e su un fondo monetario europeo, sia quello giusto. «Se ciascuno si trincera rispetto alla propria filosofia, perché l’economia non è scienza esatta, non ne usciremo mai – spiega Savona riferendosi agli economisti tedeschi – Troviamo un punto di incontro, e rilanciamo alla grande l’Europa. E in buona parte questo si trova adesso nelle istanze della presidenza francese».

 

Savona prova a spiegare il suo punto di vista su alcuni punti, come sulla Banca centrale europea: «La Bce deve essere dotato di uno statuto simile a quello delle banche centrali principali, come la Fed e deve avere il potere di intervenire sui cambi, è fondamentale». E anche sui vincoli di bilancio: «Li dobbiamo rispettare e sono d’accordo con Tria (il ministro dell’Economia, ndr). Ma serve una conciliazione» con le istanze degli elettori che hanno votato il governo. Altrimenti ci sarà «una situazione difficile alle elezioni europee del 2019». Infine il neo ministro mette in chiaro l’aspetto che forse più lo ha infastidito nelle ultime settimane, cioè la contrapposizione tra europeisti e non. «Dobbiamo smetterla di passare il nostro tempo a indicare chi è europeista e chi è anti. Il dibattito va aperto su come stare in Europa, per garantire all’Italia e al Continente la stabilità necessaria per progredire nella crescita e nel benessere sociale».

LA STAMPA

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