Aquarius, Macron non si scusa: «Non posso dare ragione a chi provoca». E Conte rinuncia al viaggio a Parigi
«Chi caccia le navi provoca. Non dimentichiamo chi ha parlato e con chi abbiamo a che fare». Il presidente francese, Emmanuel Macron, torna sul caso Aquarius, senza però mai nominare direttamente Matteo Salvini che lo aveva attaccato, chiedendo le scuse ufficiali di Parigi. Il Quai d’Orsay, sede del ministero degli Esteri francese, prova a mettere una pezza per «cancellare» le dure parole pronunciate martedì: «Siamo consapevoli della problematica e degli sforzi che fa l’Italia». Ma poi l’Eliseo, sede della presidenza, fa sapere che da Roma non sono arrivate richieste ufficiali di scuse. Insomma, nessun dietrofront, ma qualche puntualizzazione: «Da un anno lavoriamo in modo esemplare, abbiamo ridotto a un decimo gli sbarchi grazie a un lavoro con la Libia, nel Sahel». Un lavoro «attivo, costante, costruttivo». Tanto che il premier Giuseppe Conte ha deciso di rinunciare alla visita prevista per venerdì a Parigi e al bilaterale con Macron: «Non ci sono le condizioni». Stessa decisione aveva preso poche ore prima il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che aveva fatto sapere di aver rinviato la sua missione in Francia.
La difesa della Libia
Insomma, continua il botta e risposta tra i due Paesi e la tensione non si allenta. Dopo che martedì l’Eliseo aveva definito «cinica e irresponsabile» la politica del governo Conte e il portavoce di En Marche l’aveva addirittura liquidata come «vomitevole», Salvini questa mattina ha riferito in aula al Senato, rimarcando a gran voce che sul piano della solidarietà l’Italia non accetta lezioni da nessuno, né dalla Francia né dalla Spagna. E a difendere la posizione del nostro Paese interviene il portavoce della Marina libica, Ayob Amr Ghasem: «Grazie a Dio l’Italia s’è finalmente risvegliata» e «siamo molto contenti di questa decisione. Ha preso una decisione, alla fine si è svegliata dopo essere stata a lungo un centro di sversamento di migranti da parte del mondo».
Salvini all’attacco
«I francesi fanno i fenomeni, ma hanno respinto più di diecimila persone alle frontiere con l’Italia, tra cui moltissime donne e bambini», ha sottolineato il ministro dell’Interno, evidenziando come Parigi ha accolto solo 340 dei 9.816 migranti che dovevano essere ricollocati in tre anni. «Ci dicono che siamo cinici, ma dal 1 gennaio al 31 maggio hanno respinto alle frontiere 10.249 persone, comprese donne e bambini disabili». Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, intanto, ha annullato il suo incontro previsto oggi, mercoledì, con l’omologo francese Bruno Le Maire, il quale ha espresso «rammarico» e si è augurato si possa tenere presto: sul tavolo c’era il tema delicatissimo della governance europea.
Salvini: «Serve difendere il Mediterraneo»
Secondo Salvini, inoltre, «dallo sbarco alla definizione dello status di un richiedente asilo passano tre anni. Troppo tempo. Nel 2018 ci sono state 42mila domande d’asilo, solo a 7 su 100 viene riconosciuto lo status di rifugiato politico, più un 4 per cento di protezione sussidiaria. La maggioranza delle domande viene respinta perché non ha fondamento. Ma c’è il business degli avvocati d’ufficio che fanno milioni di euro alle spalle di questi disgraziati ed occupano i tribunali». Parlando in mattinata, Salvini ha sostenuto che sul fronteNord Africa, «paghiamo tutti l’instabilità portata proprio dai francesi in Libia e a sud della Libia. L’Italia oggi è tornata centrale e ha risvegliato l’Europa, spero che tutti i Paesi diano il loro contributo per l’obiettivo comune: difesa delle frontiere esterne, difesa del Mediterraneo».
Battibecchi durante l’informativa
Prima di leggere l’informativa, il leader della Lega ha fatto una sorta di preambolo politico che ha definito «doveroso». «No, non lo è », hanno fatto eco alcuni senatori dem. Poco dopo un altro senatore del Pd, Faraone, in segno di protesta, ha alzato un cartellone “fai da te” (un foglio di carta formato A4 )che ha dovuto subito riporre su invito della presidente Casellati. Al termine dell’intervento, però, i senatori di maggioranza e quelli di Fdi e Forza Italia hanno applaudito in piedi, mentre i colleghi del centrosinistra sono rimasti perlopiù in silenzio.
«Controllare le frontiere esterne»
L’Italia, assicura il titolare del Viminale, «non è mai stata così centrale come in questi giorni. Ieri ho parlato con il ministro tedesco e abbiamo concordato su tutto, perché non siamo “Italia Germania 4 a 3″», ha aggiunto Salvini. Il problema, insomma, «non deve essere mal comune mezzo gaudio, se ci sono delle frontiere esterne queste vanno controllate. Penso che in Europa ci sono margini di lavoro, ieri ho sentito il ministro omologo francese e gli ho detto che non è molto educati dare del vomitevole a un governo che si è insediato da 12 giorni». Secondo Salvini, inoltre, la navigazione fino a Valencia di due unità militari italiane insieme alla nave Aquarius per far approdare lì i 629 migranti avrà un costo economico per l’Italia, «ma se un atto simbolico, non di forza, servirà a far capire all’Europa questa situazione, saranno soldi ben spesi», perché salveranno in futuro vite umane.