Draghi «colomba» rassicura i mercati: Milano +1,2%, l’euro crolla sotto 1,17
–di Flavia Carletti
I toni super-accomodanti di Mario Draghi, anche nell’annunciare la fine del Quantitative easing, hanno rassicurato i mercati e spinto le Borse europee, che hanno vissuto una seduta a due facce. A Milano il Ftse Mib ha guadagnato l’1,22%, sui massimi di giornata, a Parigi il Cac40 l’1,39% e a Francoforte il Dax30 l’,1,68 per cento. Dopo un avvio debole, con Piazza Affari arrivata a perdere anche l’1%, gli indici hanno ritrovato slancio con la decisione della Bce di lasciare invariati i tassi di interesse, come previsto, e di indicare che resteranno a questi livelli almeno fino all’estate 2019, cosa che in pochi si aspettavano, soprattutto alla luce del fatto che la decisione è passata all’unanimità, quindi anche con il consenso dei riottosi banchieri tedeschi e del Nord Europa. Inoltre, anche la fine del Quantitative easing si prospetta «moderata». Il programma di acquisto di titoli si chiuderà a fine 2018, con una riduzione del ritmo da 30 a 15 miliardi di euro al mese da ottobre a dicembre 2018.
Ad ogni modo, Draghi ha spiegato che «il Qe non scompare, rimane come parte del toolbox», la scatola degli attrezzi da cui la Bce può attingere per affrontare eventuali peggioramenti della congiuntura, e che continuerà a essere reinvestito il capitale rimborsato sui titoli in scadenza «per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e in ogni caso finché sarà necessario». La Bce ha inoltre reso noto che la stima sull’inflazione è stata alzata all’1,7% per il 2018 dall’1,4% e che si manterrà sull’1,7% anche nel 2019 e nel 2020. È stata, invece, ritoccata al ribasso la stima sul Pil, nel 2018 crescerà del 2,1%, contro la precedente stima del +2,4%. Confermate invece le previsioni per il 2019 (all’1,9%) e per il 2020 (all’1,7%). Draghi, infine, ha ribadito l’irreversibilità dell’euro e ha sottolineato che non c’è alcun rischio contagio da parte dell’Italia, parlando di «episodio locale», parlando di un «aumento generalizzato dei rendimenti sovrani».
Volatile Wall Street, Dow Jones oscilla sulla parità
Volatile intanto la Borsa Usa. Dopo un avvio in buon progresso, sulla scia di una nuova tornata di dati macro positivi, a Wall Street il Dow Jones ha invertito la rotta portandosi sulla parità, all’indomani di una seduta debole e della decisione della Federal Reserve di alzare i tassi di interesse. La politica monetaria degli Stati Uniti e quella della zona euro si confermano su direttrici differenti. Mentre Draghi ha confermato tassi bassi almeno ancora per un anno, Jerome Powell, numero uno della Fed, ha preannunciato altri due interventi al rialzo sui tassi Usa entro la fine dell’anno.
A Milano finanziari contrastati, banche in fondo al Ftse Mib
A Piazza Affari sono state le banche e i finanziari i più penalizzati della giornata e alla fine registrano un andamento contrastato. In fondo al segmento principale ci sono Unicredit (-1,2%), Mediobanca (-1,02%), UnipolSai (-0,29%) e Intesa Sanpaolo. Tra gli industriali deboli Pirelli e Cnh Industrial (-0,15%), quando il resto della galassia Agnelli ha vissuto una giornata positiva. Ferrari ha continuato ad aggiornare i massimi e Fca (+2,20%) ha chiuso in deciso rialzo, in linea con il comparto auto europeo, alla vigilia della pubblicazione dei dati auto sulle vendite di maggio in Europa. Migliore del FTSE MIB è Prysmian, che ha recuperato dopo i cali di ieri, seguiti alla presentazione della road map del gruppo dopo la fusione con General Cable, operazione che potrà dare forza alla società sul mercato americano.
Spread con bund torna a scendere e chiude a 233 punti
Chiude in lieve calo, vicino ai valori della vigilia, lo spread tra BTp e Bund dopo una fiammata in concomitanza con gli annunci delle decisioni di politica monetaria della Bce sulla fine del Qe e tassi bassi almeno fino alla prossima estate. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005323032) e il pari scadenza tedesco ha terminato la seduta a 233 punti base dai 236 della chiusura di ieri dopo un balzo fino a quota 250 punti con la Bce. In contrazione il rendimento del BTp benchmark decennale che è sceso al 2,76% dal 2,83% della vigilia riuscendo a ripiegare dalla soglia del 3% superata mentre il presidente della Bce, Mario Draghi illustrava le decisioni dell’istituto centrale.
Euro crolla sotto 1,17 dollari, petrolio ancora in calo
Sul fronte dei cambi, la moneta unica, dopo una fiammata a 1,1852 dollari poco prima dell’annuncio della Banca centrale europea, è scesa sotto la soglia di 1,17 dollari. In chiusura dei mercati europei l’euro passa di mano a 1,1643 dollari (1,1813 dollari in avvio e 1,1764 ieri in chiusura) e a 128,5025 yen (129,98 e 130,03), quando il biglietto verde vale 110,37 yen (110,034 in avvio). In calo il petrolio, che non riesce a confermare il tentativo di rimbalzo registrato nel corso della seduta. Il contratto consegna Luglio sul Wti scivola dello 0,35% a 66,41 dollari al barile.
Poste Italiane sotto i riflettori, bene i petroliferi
Il temporaneo rialzo del prezzo del petrolio, poi tornato a scendere, ha dato la spinta al comparto, con le buona performance di Saipem (+2,75%) ed Eni (+1,95%). Seduta sotto i riflettori per Poste Italiane (+2,36%), che ieri ha annunciato un accordo triennale con Amazon (che può essere rinnovato per ulteriori due anni) per la consegna dei prodotti di ecommerce. Inoltre, Il Sole 24 Ore riporta che Poste ha ricevuto offerte per una partnership nell’Rc auto da diverse compagnie di assicurazione quali Generali, Unipol, Allianz e Axa. I contatti sarebbero in fase preliminare e la struttura organizzativa sarebbe ancora da definire, con Poste che potrebbe valutare la possibilità di una semplice intesa commerciale oppure la creazione di una Joint venture. In controtendenza tra i finanziari, Finecobank (+1,56%), Generali (+1,20%), e Bper Banca (+1,22%). Ha oscillato sulla parità per gran parte della seduta prima di chiudere in terreno positivo, beneficiando del rialzo generalizzato del mercato, Mediaset (+0,31%), partita debole all’indomani della decisione del gruppo televisivo di non partecipare alla gara per i diritti tv della Lega Calcio dal campionato 2018-2019 fino al 2021.
Italgas poco mossa, piano piace, ma con riserva
Tornando a Piazza Affari all’indomani della presentazione del piano industriale 2018-2024, Italgas – dopo essere stata la peggiore del Ftse Mib per buona parte della seduta- ha chiuso a +0,6 per cento. Nel piano ci sono vari elementi che hanno superato le previsioni, per esempio il piano di investimenti, ma altri fattori hanno sollevato perplessità, per esempio la politica sui dividendi, meno generosa nel lungo periodo.
Su questo secondo fronte non sembrano bastare le rassicurazioni dell’amministratore delegato Paolo Gallo, che ha spiegato che «quella annunciata è la seconda review sul dividendo da parte di Italgas ed è una bella proposta» e che c’è fiducia nel fatto che «anno si farà meglio del +4%, soprattutto per il 2018». Fuori dal segmento principale attenzione per Acea (+0,51%), dopo che Luca Alfredo Lanzalone ha rimesso il mandato di presidente del Consiglio di amministrazione. Lanzalone è stato raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma.
Nuova tornata di dati Usa, in calo a sorpresa le richieste di sussidi
Dagli Stati Uniti è arrivata nel primo pomeriggio una nuova tornata di dati macro. In particolare, nei sette giorni conclusi il 9 giugno scorso il numero di lavoratori che per la prima volta ha fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso inaspettatamente. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono calate di 4.000 a 218mila unità. Gli analisti, invece, attendevano un dato in rialzo a quota 225.000 unità. Inoltre, nel mese di maggio le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,8%, il doppio delle stime, registrando il progresso maggiore da novembre scorso, e i prezzi all’importazione, nello stesso mese, sono saliti dello 0,6%, in linea con le attese. Altro dato che ha rispettato le stime, quello sulle scorte aziendali, salite dello 0,3% nel mese di aprile.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)