La Spagna in controtendenza: “Via il filo spinato a Melilla”

francesco olivo

L’Aquarius e le recinzioni: la Spagna socialista si distingue a colpi di simboli. Mentre Valencia si prepara ad accogliere i disperati della nave rifiutata dall’Italia, nel fronte Sud-Ovest potrebbe arrivare una svolta. Non certamente un’apertura delle frontiere, ma almeno una rimozione delle difese più feroci. «Farò tutto il possibile per togliere il filo spinato dalle recinzioni di Ceuta e Melilla», ha dichiarato ieri il ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska. Le due enclave spagnole in Marocco sono l’unica presenza territoriale europea nel Nord Africa e quindi sono di fatto una delle porte d’accesso.

Le “concertinas”

Il regno di Muhammad VI controlla meglio della Libia il passaggio dei migranti, ma in molti riescono ad arrivare a ridosso delle due città. Ceuta e Melilla sono circondate per tre lati (il quarto è il mare) da reti molto alte, con un filo spinato circolare in cima (le «concertinas»), sul quale si ferma spesso e assai dolorosamente il tentativo di entrare in Europa dei migranti. La decisione di rafforzare con le strutture in ferro queste recinzioni fu, nel 2005, del governo di José Luís Rodríguez Zapatero, molto progressista, ma attento a chiudere i confini. L’istallazione delle «concertinas» fu molto criticato dalle associazioni di difesa dei diritti umani e dalla sinistra, le immagini dei migranti infilzati e feriti sono diventate il simbolo della fortezza Europa che si blinda senza pietà. I socialisti decisero quindi di toglierle due anni dopo.

Ma nel 2013 Mariano Rajoy, nel frattempo diventato premier del governo conservatore, decise di montare nuovamente le protezioni. Diventato segretario del Psoe, Pedro Sánchez si impegnò a rimuovere il filo spinato, cosa che ora, da capo del governo, si prepara a fare.

 

«L’Aquarius è un simbolo per scuotere l’Unione Europea», ha detto tre giorni fa in un’intervista a «La Stampa» il ministro degli Esteri spagnolo Josep Borrell e ora si compie un passo ulteriore. Al governo Sánchez erano arrivate delle accuse di ipocrisia: accogliete l’Aquarius, mentre a Ceuta e Melilla gli immigrati muoiono ogni giorno. Così uno dei pochi esecutivi di sinistra rimasti in Europa ha voluto subito lasciare il segno.

 

I richiedenti asilo

Intanto mentre l’Aquarius si avvicina lentamente, si discute di cosa fare dei passeggeri. Verranno trattati meglio di quelli che sbarcano senza sosta sulle coste dell’Andalusia? «No – risponde il ministro dell’Interno – vale la regola di sempre: vedremo chi ha diritto a fare domanda per l’asilo e chi no».

LA STAMPA

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