I Cinque “Stalle” ballano sul Titanic

C’erano una volta i Cinquestelle che urlavano nelle piazze e in Parlamento «onestà, onestà».

Dicevano di essere stati mandati dal messia Beppe Grillo (e dallo spirito santo Casaleggio) a purificare l’Italia corrotta e incapace. Poi i primi scivoloni giudiziari: ogni sindaco che hanno conquistato in virtù della presunta diversità etica è finito a processo per reati che vanno dal falso in bilancio alla truffa fino all’omicidio colposo. Mancava l’associazione a delinquere, che ieri si è materializzata nell’inchiesta su tangenti e accordi sottobanco che riguardano la costruzione del nuovo stadio della Roma (completamente estranea ai fatti). Tra i tanti politici e manager è finito agli arresti Luca Lanzalone, capo dell’Acea (l’azienda energetica romana), ma soprattutto braccio destro di Beppe Grillo e uomo fidato della sindaca Raggi e del vicepremier Di Maio. Indagato anche Paolo Ferrara, il capogruppo dei Cinquestelle in Campidoglio (gli altri politici coinvolti di Forza Italia e Pd diciamo che non fanno notizia).

Qui non stiamo parlando di incidenti di percorso o di pecore nere. Qui si entra nel cuore del potere grillino, che, come tutti i poteri, batte dove ci sono soldi e poltrone. Da Cinquestelle a Cinquestalle il passo è stato più breve del previsto. E non solo per fatti giudiziari. Di Maio ha avuto il coraggio di mettere come sottosegretario agli Interni (parliamo di sicurezza nazionale) tale Carlo Sibilia, uno che in sequenza ha teorizzato le seguenti cose: giusto il matrimonio tra più di due persone e tra specie diverse; l’uomo sulla Luna è una bufala; l’Isis non esiste e l’attentato a Charlie Hebdo è un complotto.

Sibilia non è l’unico Cinquestelle fuori di testa arrivato nelle stanze dei bottoni. L’elenco è lungo e lo trovate nelle pagine interne. Non è normale, qualche cosa ci sta sfuggendo nella nascita della cosiddetta (si fa per dire) terza Repubblica. Con quali lobby, con quali ricatti si sta formando la nuova classe dirigente? Gli indizi sono tanti e inquietanti, riguardano sia le sfere private che gli intrecci professionali con i servizi segreti e faccendieri di lungo corso. Caro Salvini, stai attento, non sei in buona compagnia. È bello ballare in prima classe, ma non sul Titanic.

IL GIORNALE

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