Fuori di test
LUCA BOTTURA
Vi credete impermeabili alla propaganda. Potreste leggere ore il Blog di Grillo senza credere né alle scie chimiche né all’esistenza di Toninelli. Avete visto un’intera puntata di “Dalla vostra parte” senza iscrivervi ai nazisti dell’Illinois. Eppure…
Eppure di seguito trovate tre esempi di “notizie” confezionate ieri dagli addetti al marketing dei vari partiti. Una sola è falsa. Indovinatela.
In un video proveniente dagli Usa, probabilmente girato da un cameraman cacciato dall’Isis perché non sapeva fare il bianco, Alessandro Di Battista ha comunicato di aver ricevuto 50.000 euro di anticipo da “testa d’asfalto”, “dal nano piduista”, dal “rincoglionito” (cit.) che sarà a breve l’editore del suo attesissimo libro di memorie (corte). Ha anche aggiunto che come guadagna il suo denaro sono “cazzi suoi”. Nessuno ha fatto notare che, per la proprietà transitiva, anche come ha guadagnato i suoi soldi Berlusconi a ‘sto punto diventano – chiedo venia – cazzi suoi.
Il vicepresidente del consiglio Luigi Di Maio ha lanciato il cosiddetto “decreto dignità” che dovrebbe a trasformarci in una sorta di Svezia col clima dei tropici. “La dignità dei cittadini – ha scritto – deve tornare al primo posto e tutti i nostri poteri al governo del Paese li useremo in quest’ottica e nell’interesse esclusivo degli italiani”. Il senso e la costruzione della frase sono al vaglio del Mit di Boston. Resta un dato: per il suo tweet, Di Maio ha utilizzato la stessa identica grafica della propaganda M5S, ma stavolta dall’account ufficiale del suo ministero.
Un po’ come Salvini che da ministro ha già arringato le folle nella sede della Lega. Non fosse impossibile, sarebbe da quasi da pensare che abbiano scambiato il Governo per un posto in cui farsi… quella roba di Di Battista.
Sulla base di un’intercettazione dell’indagine sullo stadio della Roma, nella quale gli indagati esprimevano generici giudizi contro Matteo Renzi e a favore della Lega, Twitter si è scatenato con l’hashtag #renzierascomodo, attraverso il quale i fan dell’ex Pdc lanciavano metaforicamente reggiseni sul palco del loro leader defenestrato dai poteri forti. In realtà (al netto dell’onestà di Renzi, e dell’evidenza attuale secondo cui per certi traffici pare fossero comodissimi uomini indicati da Lega e Cinque Stelle) l’ex sindaco era scomodo poiché, verosimilmente, aveva usato un’altra volta Orfini come cuscino.
REP.IT