Le Ong fanno le vittime: “Vogliono farci sparire”
Le Ong fanno muro. Contro Salvini e le nuove politiche del ministro dell’Interno. Ma anche contro la presunta “criminalizzazione” del loro operato provocata dagli accordi dell’Italia con la Libia.
Le Organizzazioni umanitarie, uscite per qualche mese dai radar delle cronache dopo lo scandalo e le inchieste a loro carico, ora sono tornate al centro del dibattito politico a causa delle scelte politiche del ministro Salvini. In quello che definiscono un “crescendo” di “azioni volte fondamentalmente a farci sparire”.
“Dopo l’accordo con la sedicente guardia costiera libica le cose sono cambiate – spiega Riccardo Gatti, capomissione di Proactiva Open Arms, alla festa di Radio popolare a Milano – è cresciuta la violenza“. E ancora: “C’è stato un cambio radicale: prima c’era l’abc del soccorso in mare e il riferimento era la guardia costiera italiana, adesso bisogna vedere se risponde lei o la guardia costiera libica, che non ha neanche un centro di coordinamento“. Ora, è la tesi di Gatti, “non c’è più un abc”. “Le cose sono cambiate – ha detto – prima le operazioni di salvataggio erano un abc, ma non solo da ora: questa criminalizzazione delle Ong e le azioni volte fondamentalmente a farci sparire sono andate in crescendo. C’è qualcosa di orchestrato in tutto questo, vogliono portare alla scomparsa delle Ong“.
Poi un messaggio a Salvini, che oggi ha annunciato che l’Italia non intende prendere più parte al “business dell’immigrazione clandestina” e che – così come fatto con la Aquarius – non permetterà neppure alle altre Ong rimaste in mare di attraccare nei porti italiani. “Siamo sempre stati dentro al sistema di salvataggio in mare in cui la guardia costiera italiana aveva un ruolo di coordinamento – lamenta Gatti – quindi accostare il business dei migranti e il traffico dei migranti alle Ong vuol dire accostarlo anche alla guardia costiera, e questo è tendenzioso“.
IL GIORNALE