Detersivi e saponi più sicuri, l’Unione Europea mette al bando gli Edc

di ERIKA TOMASICCHIO

Possiamo ritrovarli negli spray anti zanzare, ma anche in shampoo e saponi per le mani. Si tratta degli interferenti endocrini, meglio noti con il loro acronimo inglese Edc (Endocrine disrupting chemicals): sostanze chimiche nocive che possono danneggiare il sistema ormonale dell’uomo provocando diabete, obesità e malattie cardiovascolari. Ora però, dopo un lungo iter, è arrivato lo stop della Commissione europea: a partire dallo scorso 7 giugno, i nuovi disinfettanti e detergenti immessi sul mercato, i cosiddetti biocidi, dovranno esserne privi. Un Regolamento delegato Ue (n. 2017/2100) li ha messi del tutto al bando.

Le nuove norme. La Commissione europea con questo provvedimento, emanato dopo un lungo iter, detta i criteri da applicare per stabilire se le sostanze contenute nei biocidi (di cui si occupa il Reg. Ue 528/2012) interferiscano o meno con il sistema endocrino. Rientrano nei biocidi i disinfettanti, i disinfestanti, gli insetticidi, i fungicidi, i detergenti liquidi, i detersivi per la lavatrice e per il bucato a mano, gli ammorbidenti, smacchiatori, saponi per i piatti, per lavastoviglie, per la pulizia della casa e così via. Prodotti che d’ora in poi saranno valutati in modo uniforme in tutta l’Ue dall’Echa, l’Agenzia europea delle sostanze chimiche. Le aziende dovranno mettere in commercio articoli sicuri, attenendosi alle linee guida appena dettate da quest’ultima.

Edc, cosa sono. Gli Edc sono sostanze, sia naturali sia chimiche, in grado di alterare le funzioni del sistema ormonale. In parole povere, anziché uccidere solo tossine, parassiti e batteri, in realtà finiscono per nuocere all’uomo o agli animali. Sono contenuti anche nei pesticidi. A darne una prima definizione fu l’Oms nel 2002, poi recepita nel 2013 in un parere scientifico dell’Efsa, l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma.

Il nemico invisibile. Gli Edc sono presenti ovunque: nell’aria, negli alimenti, in cosmetici e prodotti per l’igiene personale, in molti oggetti di uso quotidiano. Tutti ne siamo esposti a livelli costanti, bambini e adulti. Sono centinaia, tra i più noti ci sono: gli ftalati, il bisfenolo A (anche noto come BPA, usato fino al 2010 per produrre biberon), il disinfettante triclosano, i parabeni (usati in creme e cosmetici, smalti per unghie). Come ne veniamo a contatto nella nostra vita di tutti i giorni?  Lo spiega Amalia Gastaldelli, ricercatrice dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa: “Possiamo rintracciare gli Edc in molti disinfettanti, ma anche in prodotti per l’igiene umana come shampoo e bagnoschiuma: in questo caso li assumiamo tramite i pori della pelle. Ma talvolta si ritrovano anche in alcuni tipi di plastica: ad esempio lo sono gli ftalati contenuti nelle bottigliette d’acqua. Ma gli interferenti possono anche essere ingeriti, inalati o assunti per contatto” .

Una minaccia per la salute. “Si tratta di sostanze che colpiscono soprattutto il fegato. Causano diabete e malattie cardiovascolari. Inoltre operano su ghiandole come la tiroide e inducono lo sviluppo sessuale precoce, la pubertà anticipata. Da notare come agiscano soprattutto sul metabolismo dei lipidi e del glucosio, favorendo l’obesità e l’aumento del tessuto adiposo, infatti negli ambienti scientifici si parla anche di ‘Metabolic disruptors’. Ad alcuni potrebbe capitare, ad esempio, di fare attività fisica e seguire una dieta equilibrata, ma a causa degli Edc involontariamente assunti, di ingrassare comunque. Non ci sono evidenze scientifiche invece, che provochino anche il cancro. Probabilmente rischiano di più i soggetti più deboli, esposti agli interferenti in dosi molto alte o in modo prolungato.  Ma ancora non tutti i meccanismi della loro azione sono noti, anche se i loro effetti negativi si studiano da almeno 20 anni” precisa a Repubblica.it l’esperta.

Come possiamo limitare l’assunzione degli Edc? Ecco alcune precauzioni suggerite da Amalia Gastaldelli:

  • Anzitutto è buona norma lavare bene frutta e verdura: potrebbero essere stati trattati con pesticidi;
  • Leggere bene le etichette dei prodotti per la cura di casa e persona ed evitare quelli con sostanze che già conosciamo come nocive;
  • Non cucinare nella plastica: il calore favorisce il rilascio degli interferenti;
  • Aerare bene i locali dopo aver usato gli insetticidi.

REP.IT

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