La nuova mossa di Salvini per blindare le nostre coste

Matteo Salvini fa sul serio. Dopo il blocco dei porti alle Ong blinderà le coste italiane, mantenendo la parola data: «La pacchia è finita davvero».

Lo dice in un colloquio al Giornale: «Marina militare e Guardia costiera continueranno a salvare vite come hanno fatto meritoriamente fino a oggi, ma poi ragionerò coi ministri Toninelli e Trenta, che ne hanno competenza e con i quali sto lavorando benissimo, sul fatto che è giusto salvare vite, però non sta scritto sulla Bibbia che dobbiamo essere gli unici a girare per tutto il Mediterraneo». E prosegue: «Ci sono i libici, i tunisini, i maltesi, i francesi, gli spagnoli, i greci, le navi della forza europea Themis e spererei ci fossero anche quelle della Nato e quindi sono orgoglioso di quello che hanno fatto i nostri uomini della Marina e della Guardia costiera, però – specifica – una volta fatta chiarezza sul ruolo delle Ong, anche noi dovremo essere più attenti e vicini al nostro territorio, per cui chiederò ai colleghi di tenere i nostri uomini e le nostre navi più vicini alle nostre coste». Insomma, l’intenzione è che gli assetti italiani non si spingano più fino alla zona Sar.

Salvini annuncia, peraltro, un suo imminente viaggio in Libia. «Ci andrò a brevissimo racconta -, per confermare l’amicizia tra i due Paesi e una collaborazione economica per investire in strade, infrastrutture, ospedali e altro, ma anche per ribadire il ruolo di Marina e Guardia costiera libiche, perché noi non andiamo come i francesi a dare lezioni o a colonizzare, ma a dare il nostro supporto». E poi l’attacco ai vicini d’Oltralpe: «Sicuramente bisogna dare una mano, però secondo me Macron e i francesi sbagliano quando vanno in casa altrui a fissare date di elezioni, rischiando di complicare la situazione anziché agevolarla. Andremo rispettosamente non solo in Libia, ma lavorerò anche con il collega degli Esteri per Tunisia ed Egitto».

Per il ministro «siamo solo all’inizio. Non sono qua a festeggiare spiega -, sarà un percorso lungo e difficile, ma son contento di aver dato un segnale di orgoglio e dignità a nome del popolo italiano». Se gli si chiede perché i predecessori non abbiano agito chiudendo i porti come ha fatto lui, risponde: «Perché c’è ancora quella parte di sinistra radical chic per cui l’Italia deve diventare un campo profughi».

Certo, Minniti ha ridotto gli sbarchi e Salvini glielo riconosce: «Ma puntiamo a migliorare – dice – Con il no alle Ong mi pare che questi abbiano gettato la maschera. Non sono generosi, cristiani, che salvano il prossimo, ma nascondono precisi interessi economici. Sono finanziati direttamente da persone come Soros che non vuole aiutare i bambini che scappano, ma creare nuovi schiavi. Ecco perché continueremo a non far entrare le navi Ong e a dirottarle in altri Paesi». A tal proposito, i Predator della nostra Aeronautica sorvolano il Mediterraneo e possono fornire informazioni puntuali su cosa accade nella zona Sar. Informazioni utili anche ad altro: «Stiamo lavorando sulle regole illustra il ministro – sui finanziamenti, sul rispetto delle normative e ci stanno lavorando anche altri, ci sono indagini in corso da tempo. Vanno fermati il prima possibile». Passa poi alla politica: «Coi 5 stelle lavoro bene e con il centrodestra ho rapporti buoni. Quello che sto facendo in questi giorni penso sia gradito a tutti gli italiani, a prescindere dagli schieramenti. Nei 5 stelle ho trovato persone serie, però il contatto con Berlusconi e con la Meloni non si è mai interrotto e mai lo interromperò».

Risponde poi all’accusa di Luigi Bisignani di voler accentrare il potere nelle sue mani: «Mi sopravvalutano con queste strategie. Faccio cose normali, sono contento di come lo faccio, non voglio inglobare, mangiare o superare. Non ho volontà egemoniche».

Quindi un accenno al caso della Enrica Lexie, che a ottobre riesploderà con l’apertura dell’arbitrato internazionale: «Starò vicino ai due fucilieri. Chiunque indossi una divisa sappia che non è solo a prescindere. Userò il mio ruolo di vicepremier, coordinandomi con Conte e Di Maio, se sarà necessario». E sulla questione dello stadio della Roma si limita a dire: «Spero non ci vadano di mezzo i cittadini di Roma».

IL GIORNALE

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