Di Maio: “Censiremo i raccomandati nella pubblica amministrazione, controlli anche in Rai”

«Ci sono altri censimenti politici da fare, innanzitutto sui raccomandati nelle aziende dello Stato. Anche alla Rai, ad esempio. Nessuna azione intimidatoria, ma se c’è governo del cambiamento, bisogna cambiare il fatto che i furbi hanno superato gli altri».

Così il ministro dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche sociali, Luigi Di Maio, durante la registrazione della puntata di Porta a porta in onda questa sera.

 

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L’annuncio scatena subito la reazione del Pd. «Schedare i dipendenti Rai? Mai si erano sentiti toni del genere, così intimidatori, anche contro i dipendenti della pubblica amministrazione. Ecco perché Luigi Di Maio ha tenuto la delega alle Comunicazioni. Come fa il presidente Fico a non prendere le distanze?», commenta il dem Michele Anzaldi.

«Di Maio è ossessionato – prosegue il deputato del Pd, sempre molto attento a quello che accade in Rai e dintorni – dal controllo di Viale Mazzini e dalla lottizzazione delle poltrone: le sue dichiarazioni umiliano tutti i dipendenti del servizio pubblico e sono l’ennesima gravissima intimidazione, dopo le minacce di epurare i direttori».

 

«Salvini ha ispirato Di Maio che non ha perso tempo a proporre la sua personalissima versione del «censimento». Forse spera in una risalita negli sconfortanti sondaggi degli ultimi giorni. Ma copiare l’originale non è mai una buona idea» è il commento del già vicepresidente della commissione di vigilanza Rai e senatore del Pd Salvatore Margiotta.

 

Di Maio torna anche sul reddito di cittadinanza: «Entro l’anno dobbiamo dare una svolta necessaria ai centri per l’impiego, per poi attivare il reddito di cittadinanza».

«La vera grande sfida è mettere a posto i centri per l’impiego, che dipendono dalle Regioni – aggiunge -. Voglio mettere assieme i singoli assessori al Lavoro delle Regioni, poi chi si prenderà il merito non mi interessa». Ma nei Cpi «il personale è poco, a volte provenienti dalle vecchie Province, con problemi di differenze a livello regionale, e maldotati», spiega.

 

Naturalmente Di Maio non può sfuggire alle domande sul caso dello stadio della Roma e il ruolo nell’amministrazione capitolina di Luca Lanzalone: «A Livorno Lanzalone ci ha permesso di risolvere il problema dei rifiuti. Quando abbiamo vinto a Roma abbiamo preso i migliori per risolvere i problemi. La sindaca Virginia Raggi l’ha indicato alla presidenza di Acea e Acea ha segnato il record di valore delle azioni sotto la presidenza di Lanzalone. Quando ho detto “lo abbiamo premiato” ho chiarito che intendevo abbiamo premiato il merito». E a chi gli chiede conto della frase pronunciata da Lanzalone secondo il quale i due si sentivano «tre volte al giorno», Di Maio replica: «Tre volte al giorno non sento nemmeno mia madre».

 

Infine sull’immigrazione dice: «siamo compattissimi. È un tema che l’Italia ha affrontato con pazienza in questi anni, ma adesso la musica e cambiata. È bastato dire qualche No ai tavoli europei. Con qualche sano No otterremo tanti Si ».

LA STAMPA

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