Usa, lo strazio dei bimbi migranti piega i repubblicani: stop a separazioni al confine
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
NEW YORK – Lo strazio per i pianti dei bambini stranieri, separati dai genitori e rinchiusi in centri di detenzione, sta piegando il partito repubblicano. Contro la volontà di Donald Trump, i leader della destra al Congresso sono pronti a votare nuove leggi che impediscano le separazioni dei nuclei familiari tra gli immigrati arrestati mentre attraversano la frontiera. Al Senato è già pronto un disegno di legge presentato dal capo della maggioranza repubblicana, Mitch McConnell. Un disegno analogo è in gestazione alla Camera, anche quello è sostenuto dai leader del partito di maggioranza.
Il pianto dei bambini migranti separati dai genitori nell’audio registrato al confine Usa
L’onda di sdegno che in America e nel mondo ha reagito alle notizie sui bambini strappati ai genitori, se non è bastata a piegare Trump ha però spinto all’azione diversi esponenti del suo partito. Il Grand Old Party rischiava una crisi interna, dopo che diversi esponenti autorevoli hanno condannato le separazioni dei minori e almeno un governatore repubblicano (Maryland) ha ritirato i suoi riservisti dalle operazioni di polizia sul confine col Messico.
I disegni di legge sostenuti dal partito del presidente prevedono anche un rafforzamento dei tribunali che esaminano le richieste di asilo. Proprio quei tribunali che nella mattinata erano stati oggetto di dileggio da parte del presidente. “Vogliono aggiungere migliaia di giudici – aveva detto Trump in conferenza stampa – ma non ci servono giudici, occorre un confine sicuro. Tanti giudici in più, ve l’immaginate quanta corruzione?”. Se l’era presa anche con gli avvocati dei migranti definendoli disonesti.
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Non risulta invece, almeno nelle prime stesure, che Trump riesca a far passare in tempi rapidi le sue priorità sulla riforma dell’immigrazione: fondi per la costruzione del Muro col Messico, abolizione della Green Card estratta a sorte per le minoranze etniche, e restrizione di tutti i visti di lavoro per selezionare gli ingressi in base ai talenti professionali.
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