“Ok al censimento. Parola di rom”
di Mary Tagliazucchi
Non si placano le polemiche contro il ministro dell’Interno. Ma Matteo Salvini, nonostante le pressioni politiche, non arretra di un millimetro sulla proposta di un censimento dei rom. Ma cosa ne pensano i diretti interessati? Lo abbiamo chiesto a Najo Adzovic, ex delegato ai rapporti con i rom durante la giunta del sindaco Alemanno, dal 2010 rappresentante istituzionale delle comunità presenti nei campi nomadi della Capitale.
Cosa pensa dell’idea di un censimento dei rom?
«Alcuni forse hanno dimenticato che già nel 2011, insieme alla giunta Alemanno e in totale collaborazione con l’allora ministro dell’interno Roberto Maroni, il prefetto Pecoraro e la Croce Rossa italiana, avevamo iniziato un percorso di censimento della popolazione rom su tutto il territorio nazionale.
Ma sulle dichiarazioni provocatorie di Salvini è opportuno sottolineare alcuni punti. Molti rom in Italia fanno ormai parte della terza generazione e compiuti 18 anni sono a tutti gli effetti cittadini italiani. Questo fa capire meglio la situazione, senza che si debba per forza creare caos, disinformazione, paura e diffidenza».
Non siete contrari quindi ad essere censiti?
«Informiamo i cittadini che nessuno (soprattutto la maggior parte dei rom in Italia), ha problemi ad essere censito. La comunità rom è stata già censita diverse volte dal Viminale, dalle forze dell’ordine e dalla polizia municipale. Tutti i nominativi sono in possesso delle amministrazioni comunali e nei data base delle forze dell’ordine»…
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