Conte a schiena dritta: con accordi già scritti non andrò a Bruxelles
C’è l’appoggio dell’opinione pubblica: la Lega di Salvini vola nei sondaggi. C’è la sponda del Quirinale.
«Abbiamo dei doveri di solidarietà – scrive Sergio Mattarella nel suo messaggio per la giornata mondiale del rifugiato – però l’Ue deve farsi carico del problema, non delegando solamente ai Paesi di primo ingresso l’onere di affrontare le emergenze». E così, in vista del vertice europeo di domenica, il governo alza la voce. «Qui o cambiano le cose o ridiscutiamo i finanziamenti italiani alla Ue», avverte Matteo Salvini. «Non siamo disponibili a prendere i migranti secondari se prima l’Europa non si occuperà dei primari», aggiunge a muso duro Giuseppe Conte.
Dunque, guerra totale. Con il presidente del Consiglio pronto persino a disertare la riunione europea. E Salvini che a Porta a Porta alza la voce: «Se andiamo a Bruxelles per avere il compitino già scritto da Francia e Germania, se pensano di mandarci altri migranti allora non andiamo nemmeno, risparmiamo i soldi del viaggio».
Dopo i viaggi di Conte a Parigi e Berlino sembrava che la tensione fosse calata. Poi però l’incontro tra la Merkel e Macron, con la vaga promessa di installare hotspot in Africa, ha deluso le aspettative di Roma. Ma a provocare la reazione italiana è stato il passaggio secondo il quale «i migranti possono essere ripresi il prima possibile nel Paese in cui sono stati registrati». E pure nella bozza della dichiarazione finale di domenica prossima si parla di «evitare attraversamenti illegali delle frontiere interne». Chi è sbarcato in Italia o Grecia, è lì che deve ritornare. Si tratta, per il governo, di una prospettiva «inaccettabile». Conte lo spiegherà domenica agli altri leader ma intanto lo anticipa al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, in visita a Palazzo Chigi. «Gli ho detto che al pre-vertice di Bruxelles non sono disponibile a discutere dei secondary movements (ovvero il movimento di migranti, inclusi rifugiati e richiedenti asilo, che per varie ragioni si muovono dal Paese di primo arrivo per cercare protezione e reinsediamento definitivo altrove, ndr) senza prima aver affrontato l’emergenza dei primary movements che l’Italia si ritrova ad affrontare da sola».
Salvini invece vede il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, prossimo presidente di turno Ue e possibile alleato. «L’aria in Europa – dice il ministro dell’Interno – sta cambiando e siamo ottimisti. Non vorremmo arrivare a ridiscutere il finanziamento italiano a questa Unione».
In serata Salvini incontra Conte e Di Maio per mettere a punto la proposta italiana. «Il problema – sostiene il capo della Lega – non è respingere all’interno dell’Unione tra uno Stato e l’altro, ma usare uomini e soldi per difendere i confini europei. Se qualcuno nella Ue pensa che l’Italia debba continuare ad essere punto di approdo e un campo profughi ha sbagliato». Ognuno deve fare la sua parte, a cominciare da Madrid. «Secondo il progetto della relocation la Spagna avrebbe dovuto accogliere 3.265 richiedenti asilo dall’Italia, ma finora ne ha presi solo 235. Quindi può ricevere i prossimi quattro barconi».
IL GIORNALE