Caso Maugeri, sequestrati beni per 5 milioni a Roberto Formigoni

La Procura regionale della Corte dei Conti della Lombardia ha eseguito, a carico dell’ex governatore lombardo Roberto Formigoni, un sequestro conservativo per un valore di 5 milioni di euro. Il provvedimento riguarda la vicenda Maugeri, per la quale Formigoni è già stato condannato in primo grado 6 anni per corruzione. I pm contabili hanno eseguito anche sequestri conservativi a carico di altri, tra cui Pierangelo Daccò e Antonio Simone.

Al termine di “una complessa ed articolata attività istruttoria”, spiega la Procura contabile, diretta da Salvatore Pilato, “perché fondata sugli analitici e puntuali riscontri di contabilità finanziaria, integrati dalle fonti probatorie provenienti dai giudizi penali, con la fondamentale collaborazione della guardia di finanza di Milano”, delegata ad eseguire i sequestri, i magistrati hanno definito “gli accertamenti relativi al finanziamento da parte della Regione Lombardia della Fondazione Salvatore Maugeri, ente ospedaliero accreditato con il sistema sanitario regionale”.

Per i pm contabili, anche sulla base degli atti penali, è “emersa la distrazione dal finanziamento delle cosiddette funzioni non tariffabili, dei contributi regionali a finalità vincolata per l’importo stimato nell’invito a dedurre nella misura di euro 59.383.107”. Contestato un danno erariale, dunque, di quasi 60 milioni nei confronti della Regione Lombardia. Ed è emersa l’esistenza di “un sistema illecito composto da soggetti interni all’amministrazione regionale”, tra cui proprio l’ex governatore, “e da soggetti esterni, che hanno cooperato in consapevole concorso per la distrazione delle risorse economiche dalle finalità pubbliche”.

Il “provvedimento cautelare” disposto dai magistrati “è stato limitato alle quote di profitto realizzate da ciascuno dei presunti responsabili”: 5 milioni a Formigoni, 4 milioni all’ex presidente della Fondazione Umberto Maugeri, 4 milioni all’ex direttore amministrativo Costantino Passerino e 10 milioni a testa a Daccò e Simone. I sequestri conservativi riguardano “beni immobili, crediti anche a titolo di vitalizio, conti correnti bancari” nei limiti “delle quote di arricchimento personale”.

Nel disporre ed eseguire i sequestri i pm contabili chiariscono anche che non hanno riconosciuto alcuna “rilevanza” alle confische disposte nel processo penale (oltre 6,6 milioni a carico di Formigoni) perché quelle confische penali “hanno una rilevanza esclusivamente sanzionatoria e non risarcitoria del danno pubblico”. Per l’11 luglio è fissata l’udienza di convalida dei sequestri conservativi.

TGCOM

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