Lo spread sale di nuovo, per i mercati è colpa di Bagnai e Borghi. Gli economisti della Lega: “Non sanno fare il loro lavoro”
Dietro la nuova impennata dello spread, di nuovo sopra i 230 punti a metà mattina, c’è la nomina dei leghisti ed euroscettici Claudio Borghi e Alberto Bagnai alla presidenza delle commissioni Bilancio della Camera e Finanze del Senato. A sostenerlo sono diversi trader. “Se l’intervista di Tria ha rassicurato i mercati, è normale che adesso (queste nomine) creino preoccupazione”, dice Alessandro Balsotti, portfolio manager di Jci Capital, alla Reuters.
Balsotti non è il solo a pensarla così. “C’è stata la nomina di due euroscettici leghisti di grosso calibro in posizioni chiave questa mattina: Borghi e Bagnaì”, dichiara a Bloomberg Antoine Bouvet, analista di Mizuho International. “Il fatto che abbiano ruoli relativi al bilancio e alla finanza è stato visto dal mercato come segno che la Lega intende portare avanti le sue idee anti-euro”, aggiunge.
I due diretti interessati si difendono e attaccano. “Che io e Borghi saremmo stati nominati in queste commissioni è cosa nota da tempo”, dice Bagnai ai giornalisti.
Poi aggiunge: “Questa impennata dello spread mi turba come economista perché forse vuol dire che i mercati non sono cosi efficienti come raccontano di essere, cioè non sono in grado di ottenere informazioni ovvie o non sono in grado di tenerne conto, e questo sarebbe molto grave perché vorrebbe dire che i risparmiatori affidano i loro soldi a persone che non sanno fare il loro lavoro e vengono sorprese da vicende politiche del tutto ovvie”. “Tutti – prosegue – sapevano quello che sarebbe successo. Se si preoccupano perché ci sono state elezioni, non voglio crederlo. E’ opportuno che non passi questo messaggio perché è poco costruttivo”.
“Dire che lo spread sale per colpa nostra è la versione moderna del classico ‘piove, governo ladro’. Basta con questi esercizi stucchevoli della stampa”, afferma Borghi. “Ripeto che noi attueremo il contratto di governo che non prevede l’uscita dall’euro, a prescindere dalle nostre opinioni personali che sono, com’è noto, molto diverse. Ora ci rendiamo conto che non ci sono le condizioni, nemmeno gli alleati, per questo processo. Io mi impegno quindi a far lavorare la commissione al meglio”.
L’HUFFPOST