Stadio della Roma, la procura della Capitale: ok alla scarcerazione di Parnasi

edoardo izzo
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La procura di Roma ha dato parere favorevole alla scarcerazione dell’imprenditore, Luca Parnasi, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione nell’ambito dell’inchiesta sullo stadio della Roma. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Barbara Zuin hanno espresso parere favorevole agli arresti domiciliari per il costruttore dopo le ammissioni fatte da Parnasi la scorsa settimana nell’interrogatorio fiume durato 11 ore. Il costruttore, che si è dimesso dalla presidenza di Eurnova, ha ammesso davanti ai pm romani di aver «pagato» profumatamente tutti i partiti politici. E lo ha fatto perché «sono i politici a cercarti per essere finanziati, e se non lo fai sei fuori dai giri che contano». La tesi dei legali dell’uomo, gli avvocati Emilio Ricci e Giorgio Tamburrini, è in sostanza quella di far passare Parnasi come vittima di un sistema nel quale chi non «paga» resta fuori dai giochi delle opere pubbliche. In quest’ottica sarebbero avvenuti i pagamenti nei confronti dell’ex presidente di Acea e uomo forte dei 5 Stelle, Luca Alfredo Lanzalone.

La collaborazione di Parnasi: i nomi dei politici e le ammissioni sulle erogazioni  

Il costruttore ha collaborato con la procura e i suoi legali, il giorno dell’interrogatorio, hanno depositato una lista di 15 nomi: sono politici che hanno usufruito di aiuti per l’ultima campagna elettorale. Tra loro, come ricordava anche una collaboratrice del costruttore in un’intercettazione telefonica, ci sono anche: «Ferro 5, Minnucci 5, Agostini 15, Mancini 5, Polverini 10, Giro 5, Ciocchetti 10, Buonasorte 5». Oltre a loro, nella lista, compaiono i nomi dei due avvocati romani, Mauro Vaglio e Daniele Piva entrambi candidati – e non eletti – con il M5S alle elezioni politiche del 4 marzo. Entrambi erano stati personalmente scelti dal vice premier e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, e dallo staff del M5S. «Tutti soldi leciti», ha ribadito Parnasi, ma anche su questo il faro dei pm è puntato. Non è chiaro, infatti, se i finanziamenti siano leciti o meno, anche se il riferimento a fatture emesse a giustificazione dell’erogazione, stando all’accusa e all’ultima informativa dei carabinieri di via In Selci datata 20 giugno, lascerebbe presumere una natura illecita. In totale Parnasi avrebbe investito nell’ultima campagna elettorale oltre 300 mila euro, considerando i 150 mila dati alla fondazione Eyu per una consulenza e 100 mila euro alla Lega. Altri 60 mila euro sarebbero stati spesi per cene e campagne per altri politici locali.

 

La decisione sulla scarcerazione entro domani

A decidere sull’istanza di scarcerazione sarà il gip di Roma, Maria Paola Tomaselli, che dopo aver ricevuto il parere favorevole della procura di Roma ha tempo fino a domani per sciogliere la riserva sulla scarcerazione.

LA STAMPA

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