Il consiglio dei ministri approva il decreto dignità. Assente Salvini

È il primo consiglio dei ministri in cui il nuovo governo approva un decreto con provvedimenti “politici” ma il problema delle coperture non permette di andare fino in fondo e di mantenere tutte le promesse della vigilia. Anche se Luigi Di Maio definisce il Decreto Dignità appena approvato la “Waterloo del precariato”, la sostanza è poca. Un dato politico però c’è. Matteo Salvini si tiene a distanza da Palazzo Chigi preferendo al Consiglio dei ministri il Palio di Siena, città tra l’altro dove la Lega ha vinto nonostante la tradizione rossa. La scena romana quindi è tutta per il capo politico M5s che in un Facebook live annuncia l’approvazione del decreto provando ad uscire dall’ombra in cui era stato confinato a causa del dossier migranti.

Il provvedimento è di chiaro segno pentastellato, vieta la pubblicità sui giochi d’azzardo e limita le delocalizzazioni. Tra le misure principali c’è soprattutto un pacchetto di articoli per dare un primo colpo al Jobs Act. Su questo i 5 stelle hanno dovuto superare i dubbi dei leghisti – che però alla fine hanno fatto buon viso a cattivo gioco e ceduto. Nel corso del pre-consiglio al testo del decreto vengono aggiunti alcuni punti, come la riduzione da 36 a 24 mesi dei contratti a termine con causale (senza, la durata massima viene ridotta a un anno) o l’aumento del 50% all’indennizzo per i licenziamenti senza giusta causa. Si tratta tuttavia di misure a costo zero. Il reddito di cittadinanza, come era prevedibile, non viene contemplato.

Con queste norme il governo provo a scardinare il decreto Poletti e, in parte, il Jobs Act nel giorno in cui, attacca Di Maio, i dati Istat consegnano “un record di precariato e non di occupazione”. Ma restano i nodi principali e le promesse non esaudite. Ad esempio l’abolizione dello split payment riguarda solo per i professionisti, così come lo spesometro viene semplicemente rinviato.

Il testo definitivo prende forma solo nel pomeriggio e le riunioni informali terminano una manciata di minuti prima l’inizio ufficiale del Cdm, che inizia alle 21 e finisce dopo circa un’ora e mezzo ma senza la presenza dell’altro vicepremier in quota Lega. Assenza che a M5s non è dispiaciuta perché con il decreto dignità Di Maio prova a parare l’impatto dell’onda leghista e a sedare i malumori interni. Nel dettaglio il testo è fatto da 12 articoli e interviene sul lavoro, le imprese, il gioco d’azzardo. Nell’articolo 1 e 2 modifica la disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato la cui durata sarà ora di 24 mesi e i rinnovi non potranno essere piu’ di 4. L’articolo 3 stabilisce che l’indennita’ per i lavoratori licenziati ingiustamente passi da massimo 24 mesi a massimo 36 mesi. Gli articoli successivi pongono limiti alle delocalizzazioni delle imprese beneficiarie di aiuti con la previsione che decadano i benefici che andranno restituiti, compresi quelli dell’iperammortamento in caso di cessioni o delocalizzazione degli investimenti. L’articolo 7 è relativo all’applicazione del credito d’imposta ricerca e sviluppo ai costi di acquisto da fonti esterne dei beni immateriali. Tra le altre cose, viene disattivato il redditometro e lo split payment per i professionisti non esiste più. Infine l’articolo 8 pone divieti di pubblicità a giochi e scommesse.

Durante al riunione vengono anche approvate diverse deleghe. La competenza sulla terra dei fuochi passa al ministro dell’Ambiente Costa, provocando qualche malumore tra i leghisti. Mentre quella al Turismo passa al ministro dell’Agricoltura Centinaio. Infine il Consiglio dei ministri si è occupato anche di immigrazione: è stato decretato l’invio di dieci motovedette e due navi alla Libia, come promesso da Salvini la scorsa settimana.

L’HUFFPOST
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